Un’evasione fiscale sugli incassi di quaranta villette, l’imprenditore si difende: saranno acquisiti nuovi atti

 
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Gela. Una presunta evasione fiscale su una parte degli incassi realizzati dopo la vendita di quaranta villette residenziali, costruite negli ultimi anni tra le nuove aree della città. Gli acconti finiti al centro dei controlli. A rispondere alle accuse, davanti al giudice Silvia Passanisi, è l’imprenditore Germano Trainito. Le contestazioni a suo carico scattarono dopo alcuni accertamenti condotti dalla guardia di finanza e dall’Agenzia delle entrate. Proprio per fare chiarezza intorno all’intera vicenda, il giudice Passanisi ha deciso di sentire uno dei funzionari dell’Agenzia delle entrate che si occupò di valutare il caso. Una decisione condivisa non solo dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro ma anche dai difensori dell’imprenditore. Lo stesso imputato e i suoi legali, compreso l’avvocato Vittorio Giardino, hanno sempre contestato le accuse mosse dai magistrati della procura. In sostanza, non ci sarebbe stata alcuna evasione fiscale.

“Una scelta del nostro consulente fiscale”. “Si è trattato solo della scelta di un nostro consulente fiscale – ha precisato l’imprenditore edile durante le precedenti udienze – ci fu consigliato di fatturare solo al momento della conclusione del rogito per il trasferimento della proprietà degli alloggi. Per questo motivo, le verifiche effettuate dalla guardia di finanza diedero quell’esito. Tutte le somme, però, sono state regolarmente fatturate per gli anni successivi e, in ogni caso, gli acconti sono stati versati per bonifico o assegno sui conti societari. Non abbiamo ricevuto nulla in contanti”. L’accusa, invece, ipotizza un’evasione fiscale sugli acconti versati al gruppo Trainito dagli acquirenti degli immobili. La difesa, inoltre, ha detto sì anche alla richiesta del pubblico ministero di acquisire l’intera documentazione relativa alla vendita delle villette. La decisone sul caso potrebbe arrivare alla prossima udienza fissata per il 26 gennaio.

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