Un gruppo “allargato” su Patto per la Sicilia ed Eni, Torrenti: “C’è già la commissione…perché sminuirla?”

 
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Gela. Il consiglio comunale ha detto sì al gruppo di lavoro, in realtà un “tavolo politico”, che dovrà occuparsi di verificare l’intero stato dell’iter per i finanziamenti del Patto per la Sicilia e di monitorare la vicenda Eni, dalle compensazioni all’Accordo di programma.

Il monitoraggio su Patto per la Sicilia e Eni. La proposta è stata formulata dai consiglieri comunali di Reset Luigi Di Dio e Francesca Caruso. In questo modo, il consiglio comunale entra nei procedimenti che dovrebbero condurre a sbloccare le somme destinate dal Patto per la Sicilia ai progetti finanziati in città e ad attuare l’Accordo di programma e il protocollo di intesa del novembre 2014. Un monitoraggio che, però, non mette da parte le polemiche. I componenti della commissione comunale sviluppo economico hanno interpretato la proposta come un tentativo di depotenziare quanto finora fatto proprio su questi fronti. Non a caso, il presidente Antonio Torrenti appare piuttosto scettico. “Questa proposta approvata in aula – dice – è sicuramente degna di nota ma non capisco perché sostituirsi alle commissioni. La nostra, da tempo, lavora su Eni e posso confermare che non appena la delibera sarà definitiva, porterò la questione dei finanziamenti del Patto per la Sicilia direttamente in aula, attraverso un aggiornamento costante”. Sulla stessa linea anche gli altri componenti della commissione Angela Di Modica e Vincenzo Giudice che, già nel corso della seduta, hanno chiesto di non sminuire il loro ruolo. “La commissione sviluppo economico – prosegue – avrebbe potuto, come ha già fatto in passato, aprire i propri lavori a tutte le altre commissioni, senza alcun problema”. In diverse occasioni Antonio Torrenti, Angela Di Modica, Anna Comandatore, Vincenzo Giudice e Carmelo Orlando hanno portato sul loro tavolo vicende legate proprio ad Eni ma anche ai progetti locali. Intanto, lo stesso Torrenti ritorna anche su uno dei punti più spinosi della vicenda Eni, quello delle compensazioni. “Mi pare che la data dell’avvio del progetto green della raffineria sia il 2018 – conclude – oramai, campeggia anche negli spot pubblicitari dell’azienda. A questo punto, dovremmo interrogarci sull’uso di queste compensazioni. Con la drastica riduzione delle royalties incamerate dal Comune, si rischia di avere conti sempre più precari. Siamo sicuri che non sia meglio utilizzare una parte delle compensazioni per consolidare gli equilibri finanziari a Palazzo di Città?”.  

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