La guerra di mafia, Roberto Bennici trucidato davanti ad un bar: annullata la condanna di Emanuele Iozza

 
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Gela. Nell’ottobre del 1990, Roberto Bennici venne freddato davanti ad un bar del centro di Niscemi. Il “messaggio” recapitato agli stiddari. Nell’azione di morte venne ferito anche Francesco Nanfaro. Entrambi venivano considerati vicini al clan Russo della stidda. Tra i mandanti della spedizione, stando a quanto ricostruito dai magistrati, ci sarebbe stato anche il gelese cinquantaquattrenne Emanuele Iozza. I giudici della Corte di Cassazione, però, hanno annullato la condanna a trent’anni già inflittagli dai magistrati della Corte di assise di appello di Catania. Un annullamento con rinvio che riporterà il caso davanti ai giudici di appello. In Cassazione, è stato accolto il ricorso presentato dal difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato Flavio Sinatra. Sono stati rigettati, invece, i ricorsi degli altri imputati, a loro volta già condannati in secondo grado. Nel febbraio di tre anni fa, gli arresti scattarono per Salvatore Calcagno, Giancarlo Giugno, Rosario La Rocca, Giovanni Passaro, Giuseppe Tasca, Pasquale Trubia, Emanuele Cassarà, Angelo Tisa, e Salvatore Siciliano. L’omicidio di Bennici venne considerato un messaggio fatto recapitare da cosa nostra ai rivali della stidda. A decidere di colpire gli stiddari furono i vertici locali di allora. A sparare, come da lui stesso confessato, fu Angelo Celona, oggi collaboratore di giustizia. Del gruppo di fuoco avrebbero fatto parte anche Francesco La Cognata e Emanuele Trainito, entrambi successivamente deceduti.

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