Un laboratorio clandestino per i farmaci dimagranti, chiesto il giudizio anche per medici

 
0

Gela. Gli investigatori arrivarono, lo scorso anno, fino al sequestro di quello che fu ritenuto un “laboratorio clandestino”, nella zona di contrada Femmina Morta. Sarebbe stata una delle strutture usata per preparare farmaci, soprattutto dimagranti, poi rivenduti, assicurando notevoli profitti. Sono tredici gli indagati e tra loro ci sono anche medici e titolari di attività del settore. La procura ha richiesto il rinvio a giudizio per tutti i coinvolti. L’inchiesta è stata coordinata dai pm Luigi Lo Valvo e Ubaldo Leo. Le indagini erano già state chiuse. Sembra che l’attività di preparazione e vendita sia durata per diversi anni, fino all’intervento degli inquirenti. Sarebbero state vendute, a decine di clienti, capsule contenenti sostanze, tra le quali l’efedrina. Da quanto emerso, chi realizzava i preparati, spesso si appoggiava anche a presunti complici, che si occupavano di farli avere ai clienti. Ne acquistavano in quantità notevoli, rafforzando i profitti, a favore di chi sarebbe stato dietro ad un commercio, che per gli investigatori avrebbe violato le norme che disciplinano questo settore. Sono stati ricostruiti centinaia di episodi, anche per supporti alimentari e farmaci contro le disfunzioni erettili. I profitti sarebbero ammontati ad oltre 500 mila euro. Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza locale, tra il 2016 e il 2020, sotto la direzione dei pm della procura. Sono tredici gli imputati, originari delle province di Caltanissetta, Agrigento e Catania e operanti per lo più sul territorio. I reati contestati risultano, a vario titolo, connessi alla produzione e commercializzazione non autorizzata di capsule dimagranti a base di sostanze classificate come stupefacenti o psicotrope. L’operazione ha permesso di ricostruire l’esistenza di una vera e propria filiera di produzione e distribuzione di capsule dimagranti e medicinali illegali, anche attraverso la determinante collaborazione di due medici dietologi gelesi, i quali, secondo l’ipotesi
sostenuta dalla procura, prescrivevano ai propri pazienti l’assunzione delle capsule nelle terapie a scopo dimagrante. Dalle indagini preliminari è allo stato emerso che ogni confezione di capsule dimagranti
prodotta dagli indagati conteneva 180 capsule. L’approvvigionamento delle sostanze chimiche necessarie, tra le quali anche il “Sildenafil”, farmaco per la cura delle disfunzioni erettili, e il “Fenadol”, farmaco antinfiammatorio e antireumatico, nonché diverse tipologie di amminoacidi, avveniva ad opera di un farmacista locale, il quale si riforniva presso due distributori, a Palermo e in provincia di Prato, ed era impegnato, al contempo, anche nella pubblicizzazione e commercializzazione, sotto banco, del prodotto. La raffinazione delle sostanze avveniva ad opera di un secondo farmacista gelese non iscritto all’albo, all’interno di un laboratorio occulto dove, a seguito di perquisizione, sono state rinvenute le attrezzature ed i materiali utilizzati per la preparazione e la sintesi delle sostanze farmacologiche per uso dimagrante, antinfiammatorio, antidolorifico, anabolizzante e per la cura delle disfunzioni erettili.

Sarebbero mancate le necessarie licenze e le prescrizioni mediche. La produzione di farmaci e la successiva commercializzazione si sarebbero collocate in una sorta di mercato parallelo, che però gli investigatori hanno individuato. Tutti i coinvolti dovranno presentarsi davanti al gup.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here