Un presunto piano per rapire due imprenditori, caddero tutte le accuse: uno degli arrestati verrà risarcito

 
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Gela. Oltre un anno di custodia cautelare, compresa quella in carcere. Cadute le accuse. Alla fine, però, il trentottenne Emanuele Scicolone venne assolto da ogni accusa. Adesso, i giudici della Corte di cassazione hanno accolto il ricorso del suo legale di fiducia, l’avvocato Giacomo Ventura. A Scicolone spetta un indennizzo per l’ingiusta detenzione subita. Sette anni fa, venne arrestato a conclusione di una vasta indagine che condusse gli investigatori a scoprire almeno due presunti piani per il rapimento di altrettanti imprenditori. Una ricostruzione, però, che non resse in giudizio, tanto che gli imputati vennero assolti. Tra gli arrestati nel blitz ribattezzato “Cayman” c’era lo stesso Scicolone. Negli scorsi mesi, dopo la chiusura definitiva della sua vicenda processuale, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta gli negarono il diritto ad accedere all’indennizzo per l’ingiusta detenzione. Una decisione, quella pronunciata dai magistrati nisseni, che è stata contestata proprio dalla difesa del trentottenne. L’avvocato Giacomo Ventura, così, si è rivolto direttamente ai giudici romani di cassazione che hanno ribaltato il verdetto di secondo grado, annullandolo con rinvio. Spetterà nuovamente ai giudici nisseni quantificare l’indennizzo da riconoscere a Scicolone.

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