Un terribile scontro sulla Gela-Licata, morì un cinquantottenne: condannato l’unico imputato

 
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Gela. Ad otto anni dall’incidente mortale costato la vita al cinquantottenne Emanuele Zappadata, arriva la condanna per il conducente dell’auto che avrebbe generato l’impatto fatale. Un anno e quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) all’agrigentino Carlo Mancuso, accusato di omicidio colposo. Era alla guida della Golf che dopo un sorpasso ritenuto azzardato avrebbe innescato lo scontro tra un furgone che percorreva la statale 115 in direzione di Gela e la Fiat Multipla a bordo della quale c’erano Zappadata e la sua famiglia. Lo scontro avvenne lungo un tratto stradale, a poca distanza dalle frazioni balneari della città. Al termine della sua requisitoria, il pm Pamela Cellura ha chiesto la condanna a due anni di reclusione. Stando all’accusa, infatti, Mancuso avrebbe compiuto il sorpasso solo all’ultimo momento non dando possibilità di manovra al conducente del furgone, un agricoltore gelese, che andò ad impattare contro la Multipla. Zappadata venne trasferito in un centro specializzato ma morì dopo alcuni giorni. La difesa dell’imputato, sostenuta in aula dall’avvocato Santo Lucia, ha invece escluso che il sorpasso sia stato la causa scatenante di quel violento scontro.

Nel corso dell’istruttoria dibattimentale proprio la difesa ha fatto riferimento all’esito della perizia di parte ma il giudice Miriam D’Amore ha invece ritenuto valida la ricostruzione fornita dalla procura. Nel dispositivo letto in aula è stata imposta all’imputato anche la sospensione della patente per un anno.

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