Un’unica Zes per il sud Italia, Di Stefano: “Ma su vincoli bisogna cambiare passo”

 
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Gela. Potrebbe nascere un’unica Zona economica speciale per l’intero sud Italia. C’è l’assenso delle autorità Ue alla proposta del governo italiano. Una decisione sulla quale si innesta anche il futuro prossimo di quella locale. Secondo l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano, che seguì l’evolversi della Zes in fase di attuazione, bisogna però cambiare passo sui vincoli. “La notizia dell’ok da parte della vicepresidente della Commissione Ue Vestager che si è espressa a favore della proposta nazionale per l’istituzione di un’unica zona Zes per l’intero Sud Italia, non può che essere accolta favorevolmente e considero eccezionale la proposta del ministro Fitto. In concreto, si estenderebbero a tutto il Mezzogiorno le misure di accelerazione delle procedure autorizzative e di sostegno alle imprese per le Zes. L’ipotesi di un’unica Zes accrescerebbe l’attrattività e la competitività del Mezzogiorno. L’analisi politica – dice Di Stefano –  però cambia bruscamente se a questo scenario non segue una rivoluzione che dovrebbe interessare la materia dei vincoli e delle normative per evitare di sprofondare nel paradosso del non sviluppo. Il paradosso, almeno per l’area Zes del territorio è che nel mutamento in positivo e con l’istituzione di un’unica Zes, nulla o quasi cambierebbe”. Il richiamo inevitabile è alla vicenda della zona Nord 2 dell’ex Asi. Area ricompresa nella Zes ma sottoposta a vincoli e senza che ci siano mai state compensazioni ambientali previste nel piano di gestione. “È sì un’area industriale appartenente oggi all’Irsap, quindi ricadente nella Zes, dove diversi imprenditori hanno acquistato i terreni per nuovi insediamenti produttivi ma ad oggi non è possibile piantare un chiodo a causa di mancati protocolli non rispettati tra Regione Siciliana ed ente gestore della Riserva Biviere. Ben si comprende quindi come la rivoluzione, sul piano nazionale, dell’istituzione di un’unica Zes sia intimamente connessa sul piano locale con la materia dei vincoli che, spesso, ha rappresentato e ancora rappresenta una morsa che blocca qualsivoglia ipotesi di sviluppo industriale locale. Sulla materia dei vincoli e sui pareri, questa città.- continua Di Stefano – sa bene che spesso si sono arenate ipotesi di sviluppo imperdibili”. Anche durante la sua esperienza in giunta, l’esponente civico ha cercato di arrivare ad intese complessive e ci fu l’istituzione della commissione di esperti per il rilascio delle autorizzazioni. La stessa commissione deve però accelerare.

“Per migliorare questo ingranaggio, decisamente pregiudicante per il territorio, e al fine di evitare l’appesantimento delle procedure – aggiunge –  lo scorso anno la Regione Siciliana con il D.A. n. 036/GAB a firma dell’assessore Cordaro, ha espressamente previsto che fossero i Comuni a potere rilasciare le valutazioni Vinca anche a mezzo di una commissione esterna. Il Comune costituì la commissione. C’è un processo di rivoluzione in corso, questo è innegabile e se la stessa commissione costituita non tiene il passo, il rischio è che il processo e il progresso correranno veloci e noi correremo più veloci per non farci trovare e questo non possiamo consentirlo. La commissione nasce ufficialmente per velocizzare una procedura che prima della decisione regionale si presentava farraginosa. Nasce ed è stata costituita per emettere pareri e per riunirsi tutte le volte che è necessario emettere pareri. Non nasce per temporeggiare. Al contrario, fu costituita proprio per evitare ogni forma di temporeggiamento a danno, paradossalmente, proprio dell’area Zes e di qualsivoglia attività produttiva ricadente nella zona, tanto commerciale quanto industriale”. Istituzioni e commissione devono fare la loro parte. “Diamo nel bel mezzo di uno scenario che muta in senso favorevole ai territori ricadenti nell’area Zes e di tutto il Sud Italia anche sul piano delle decisioni nazionali e dell’Ue – conclude Di Stefano – o la commissione Vinca deputata naturalmente ad emettere pareri tiiene il passo o perderemo il passo. Stessa cosa viene chiesto al governo Schifani e al suo dipartimento territorio e ambiente, altrimenti anche il loro plauso al governo Meloni verrà vanificato in un semplice comunicato stampa. Ora, ognuno faccia la propria parte per lo sviluppo dei nostri territori”.

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