6 mila euro per una bolletta idrica, il conto è “viziato”: rete colabrodo e chi paga?

 
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Gela. 6.619,39 euro solo per il quarto trimestre 2012 di consumo idrico. Peccato, però, che la bolletta recapitata all’indirizzo di un residente del quartiere Giardinelli calcoli consumi solo virtuali.

La condotta sotterranea che copre la zona perde da tempo e, nonostante ciò, gli scatti sono stati regolarmente addebitati al cliente. Peraltro, la fetta di terreno diventata teatro delle perdite decisamente salate sarebbe di proprietà dell’ente comunale e non del destinatario dei pagamenti. Risultato? L’utente non ha accettato di pagare, i tecnici di Caltaqua hanno interrotto l’erogazione idrica e a Palazzo di Città non è ancora stata convocata la riunione chiesta dal legale di fiducia dell’uomo.
Così, oltre al danno la beffa. Con l’erogazione bloccata per presunta morosità, l’utente è costretto, da diversi mesi, a utilizzare le forniture assicurate da un privato, ovviamente dietro lauto pagamento. Per queste ragioni, è partita una nota firmata dall’avvocato Giuseppe Nicosia che chiede sia ai funzionari della società Caltaqua che a quelli municipali di fissare, prima possibile, un incontro per cercare di arrivare ad un accordo, evitando che la situazione possa degenerare. La nota è stata protocollata e notificata agli uffici di Palazzo di Città.
Da alcune settimane, però, si attende il via libera all’incontro. Dopo le prime contestazioni, i tecnici della società Caltaqua hanno effettivamente svolto un sopralluogo nei pressi del terreno diventato oggetto di contestazione.
“I tecnici di Caltaqua – si legge nella nota inviata a Palazzo di Città dal legale di fiducia dell’utente – verificavano, in legittimo contradditorio, che in effetti vi era una forte perdita di acqua ma ciò avveniva in una zona che non era di proprietà del mio assistito ma, forse, di proprietà dell’ente comunale”. Nonostante quelli che vengono ritenuti evidenti errori nella gestione dell’intera vicenda, l’utente si è comunque detto favorevole all’eventuale pagamento solo di quanto effettivamente dovuto.
“Considerato – si legge ancora nella nota – che l’utente per approvvigionarsi d’acqua è costretto a rivolgersi ad una ditta privata, pagando in maniera salata un bene che in caso contrario costerebbe molto meno, c’è comunque la disponibilità a versare il dovuto ma non quanto richiesto dalla società Caltaqua”. Il sollecito alla convocazione di un tavolo sul caso è stato inoltrato e, adesso, si attendono novità. In caso contrario, non è da escludere che il residente del quartiere Giardinelli possa rivolgersi direttamente alle aule di giustizia per cerca di ripristinare quello che viene ritenuto un diritto intangibile, avere acqua a costi che rientrino nelle tariffe fissate per il servizio in città. Da tempo, l’uomo chiede chiarimenti proprio per evitare di dover pagare anche rispetto a consumi mai concretamente effettuati all’interno della sua proprietà.

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