La luce di Sicilia nella matita di Serena Capizzello, premiata anche a Firenze

 
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Gela. Nelle sue opere disegna la luce di Sicilia. Spesso oscurata dalla cronaca. Racconta i luoghi in cui ha vissuto e conosce della sua terra, la Sicilia. Serena Capizzello è una giovane artista gelese che dalla prima adolescenza vive a Catania. Predilige la tecnica a matita su carta ma nelle sue opere c’è un realismo solo apparentemente semplice. In realtà la profondità viene esaltata dalle luci che emergono dal nero del carbone

Benchè giovanissima ha già vinto tanti premi ed esposto le sue opere in diverse mostre di livello nazionale, come a Palazzo Vecchio a Firenze. In una location ricca di storia ed arte si è svolta la cerimonia di premiazione e mostra dell’opera selezionata per il XXXVII PREMIO FIRENZE, in cui ha vinto il PREMIO FIRENZE GIOVANI per la sezione arti grafiche con “Fiorino d’oro” e pagina web.

Che rapporto hai con la città di Gela?

Mio padre è di Gela ed ho vissuto in questa città fino ai miei 14 anni. Ho imparato a disegnare e dipingere con mio padre ed è lui il mio Maestro; abbiamo partecipato insieme alle mostre che da anni si organizzano in occasione della Festa della Madonna dell’Alemanna, allo Sperone Arte. Al lungomare di Gela, verso la rotonda di Macchitella, c’è una mia opera in esposizione permanente il cui tema è la lotta alla mafia. Questa opera è stata realizzata quando avevo 14 anni attraverso la tecnica della ceramica: ho dipinto la Sicilia con l’arcobaleno.

Poi mi sono trasferita a Catania per frequentare il Liceo Artistico Statale “Emilio Greco”, dove ho approfondito i miei interessi artistici specie nella tecnica dell’incisione, del restauro ligneo e della tecnica della ceramica. Ho avuto sempre l’occasione di poter viaggiare molto per motivi di studio artistici, infatti ho soggiornato spesso a Bergamo, Roma e soprattutto a Firenze. Attualmente vivo ed opero a Catania.

Nelle tue opere c’è molto realismo e vita quotidiana. La scelta della tecnica a matita su carta non è casuale, da cosa nasce?

Ho scelto di raccontare me stessa ed i luoghi che vivo e conosco attraverso la tecnica della matita su carta. Sono stata sempre molto affascinata da questa tecnica nonostante io in passato abbia molto dipinto e dipingo molto tutt’ora ma la tecnica a matita su carta è quella che prediligo. Credo abbia influito molto aver approfondito la tecnica dell’incisione, che è sempre una tecnica grafica. La tecnica della matita su carta permette con un unico strumento artistico di realizzare infinite sfumature, come infinita è la realtà. Mi affascina molto il dualismo tra le ombre e la luce.

 Mi racconti le tue esperienze artistiche?

 Nel 2015 nelle Sale del Palazzo della Cultura di Catania ho partecipato alla mostra “Artisti di Sicilia”, un evento a cura di Vittorio Sgarbi. Ho esposto la mia opera a matita su carta Schoeller, “Senza titolo”, opera che è stata acquisita da un collezionista. L’opera raffigura il concetto della legalità e dell’illegalità e proprio per questo il titolo è emblematico, “Senza titolo”, in cui ognuno “a suo modo”, citando il grande Luigi Pirandello, può interpretare l’opera. Sempre nel 2015 ho partecipato ad “Expo arte italiana”, un evento a cura di Vittorio Sgarbi ed ho esposto la mia opera a matita su carta Schoeller “My father”. E’ stato un evento inerente alla Esposizione Universale Expo Milano 2015. Nel 2018 nelle sale del Museo Emilio Greco di Catania ho avuto la mia prima mostra personale delle mie opere realizzate a matita su carta. E’ stato un evento a cura di Fortunato Orazio Signorello e in quella occasione è stata realizzata una monografia edita da Kritios Edizioni che risulta censita nel Sistema Bibliotecario Nazionale OPAC, presente anche online. Ci tengo molto a citare questa monografia perché ufficializza il mio lavoro di artista e mi tutela dal punto di vista del Diritto d’Autore. Nello stesso anno ho partecipato a mostre collettive a cura dell’Accademia Federiciana nel Museo Emilio Greco di Catania. Poi ho partecipato a varie collettive in gallerie d’arte presenti in provincia di Bergamo. L’anno scorso ho vinto la Mostra Premio al Caffe Giubbe Rosse in Firenze, concorrendo al XXXVI Premio Firenze. Nelle sale di questo caffè storico è nato il Futurismo e la mia opera realizzata a matita su carta “Sapore di quotidianità” era esposta proprio di fronte al Manifesto del Futurismo, il cui mentore è stato Filippo Tommaso Marinetti.

Nel dicembre 2019 in occasione del XXXVII Premio Firenze Giovani ho vinto il Premio Fiorino d’oro per la sezione grafica. La cerimonia di premiazione e mostra dell’opera in concorso si è svolta nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze. Mi ha dato molta soddisfazione ascoltare il mio nome e cognome in occasione della premiazione che è avvenuta alla presenza delle massime autorità fiorentine. Mi ha dato motivo d’orgoglio salire sul palco ed esporre la mia opera premiata nella sala ricca di contributi artistici dei Maestri dell’arte, da Michelangelo a Vasari. Dedico questo premio alla mia famiglia e soprattutto a mio padre, il mio unico Maestro. Infine ho vinto una mostra – concorso virtuale, “Naturale” a cura del Caffè Michelangiolo di Firenze, luogo in cui si riunivano i Macchiaioli negli anni 40 dell’Ottocento.

Quanto ti influenza il legame con la tua terra, la Sicilia?

Disegno la luce di Sicilia. Spesso questa luce viene oscurata dalla cronaca. Disegno i luoghi che vivo e conosco. Sono paesaggi etnei con sole. Campagne estive. Il barocco siciliano di Noto. La cupola della cattedrale di Noto, famosa per la sua ricostruzione recente. Disegno colline in territori catanesi che soffrono la presenza delle pale eoliche. Nella mia monografia edita da Kristios Edizioni ho pubblicato la mia opera si chiama “Capre e traditori”. Si tratta di un paesaggio tipico siciliano con capre che pascolano ed una casa sulla collina. Un cielo senza nubi. Apparentemente un luogo sereno simile ai presepi natalizi di origine francescana. La presenza inquietante delle pale eoliche sulle colline ci fa tornare al presente. Si intravede anche un ombrellone da spiaggia chiuso. Indica che una donna viene sfruttata in modo criminale. I “traditori” di cui parlo nel titolo del mio disegno sono coloro che sfruttano le donne ed i luoghi in maniera criminale. Sono convinta che la prostituzione nella vita quotidiana possa esser in vari aspetti. È chi si vende al migliore offerente in cambio di qualcosa. È una tematica molto reale e presente nella quotidianità. Anche se affronto la tematica sociale della prostituzione, tematica oscura in apparenza, sogno sempre una redenzione. Proprio per questo il miei disegni sono ricchi di luce e di sole. È la redenzione che vorrei per riscattare questa società che ha spesso dell’illecito. Gli artisti devono esser portabandiera del valore del “giusto”. Disegno la “mia” Sicilia, luogo in cui sono nata, terra di sole e dei miei ricordi. I luoghi che vivo e conosco ma studiati attraverso gli occhi critici. La redenzione sarà un giorno Maestra, ne sono sicura. Ci tengo a dire che con questa mia opera ho vinto la mostra- concorso virtuale “Naturale” a cura del Caffè Michelangiolo di Firenze, sede in cui si ritrovavano ed esponevano gli artisti Macchiaioli. 

Giovane ma già vincitrice di premi: già nel 2018 hai partecipato al Premio di Firenze ed hai avuto l’occasione di esporre la tua opera in concorso nel Caffè Giubbe Rosse in Firenze. Poi hai vinto il PREMIO FIRENZE GIOVANI recentemente. 

Ho partecipato per la prima volta nel 2018 al XXXVI Premio Firenze per la sezione Grafica, concorrendo con la mia opera a matita su carta “Sapore di quotidianità”. Ho vinto la Mostra Premio che si è svolta al Caffè “Giubbe Rosse” in Firenze, sede della “nascita” nei primi anni dieci del Novecento del movimento artistico del Futurismo, il cui mentore è stato F.T. Marinetti.

Nell’ultima edizione XXXVII PREMIO FIRENZE ho vinto il “Fiorino d’oro” per la sezione grafica. E’ un premio di importanza internazionale. Vedere la mia opera a matita su carta Schoeller “Allo specchio” esposta nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, ricevere il Premio alla presenza delle massime autorità fiorentine, salire sul palco. E’ stata una giornata molto emozionante dal punto di vista professionale e personale.

Si dice che durante le guerre, le pandemie e le grandi crisi emergano i nuovi talenti espressivi. Cosa ne pensi?

Io credo che adesso viviamo in un momento storico in cui tutto ciò che ci circonda è incerto. Non avrei mai potuto pensare che nel XXI secolo ci potesse essere una pandemia. Il monito che è stato in questi giorni più spesso citato è #iorestoacasa e avendo giornate da trascorrere a casa, mai quanto adesso è stato usato al massimo internet e i tantissimi social e molti artisti hanno pubblicato le loro opere. Mi permetto di dire che trovo molto sconcertante però che in questa società si faccia molto abuso della parola Artista, non curandosi del fatto che bisogna avere una conoscenza poliedrica delle tecniche, dei grandi Maestri del passato ed una conoscenza enciclopedica stile Voltaire. Se Michelangelo non avesse studiato, avrebbe mai potuto affrescare il soffitto della Cappella Sistina? I social sono una vetrina nel mondo ma purtroppo vedo molta improvvisazione ed esibizionismo. L’arte è sentimento ma anche conoscenza: sono un binomio che non si può scindere. Come per ogni cosa, anche l’arte necessita della conoscenza. Non si può pretendere di correre in una maratona se si cammina lentamente per imparare a camminare. Questa metafora è per dire che, come in tutti i settori, anche in quello dell’arte bisogna aver molto spirito di sacrificio e tantissima perseveranza per sentirsi realizzati. 

Cosa ti ha insegnato questa quarantena come donna e come artista?

Io ho sempre avuto l’opportunità di viaggiare molto e quindi visitare città, Musei e mostre d’arte. Tutte le mostre sono state costrette a chiudere data la pandemia in corso e un esempio tra tutte è la mostra “Raffaello” alle Scuderie del Quirinale a Roma, inaugurata proprio prima dell’inizio della quarantena in tutto il territorio italiano. Per rendere accessibile questa mostra, come per tante altre, sono stati proposti i tour virtuali che però non potranno mai sostituire l’emozione che si prova osservando una opera coi propri occhi. L’arte è formativa. Il settore delle arti figurative è un settore particolare e di nicchia in cui fondamentali sono le fiere d’arte, luoghi in cui artisti coadiuvati da galleristi, propongono ai collezionisti investimenti d’arte. Questo settore va di pari passo col turismo, che è uno degli elementi trainanti della economia italiana. Nell’Ottocento famosi erano i viaggi in Italia di svariati esponenti della Cultura: Goethe, Freud, per citarne alcuni. Il viaggio formativo in Italia è sempre stato fondamentale. È sempre stato molto amato e apprezzato il Made in Italy nella Storia. Spero ci saranno soluzioni adeguate in ogni aspetto della vita quotidiana, sociale e lavorativa. Il Covid19 ha cambiato il nostro modo d’intendere la realtà e la quotidianità. Per ragioni di sicurezza, la vita di tutti è cambiata e cambierà ancora, stando a quanto afferma il Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel nostro viver quotidiano i dispostivi di sicurezza faranno da padroni: mascherina, guanti monouso e gel disinfettanti, insieme alla distanza di sicurezza tra un individuo ed un altro. Spero che dopo questa quarantena i cittadini siano responsabili non solo per sé stessi ma anche per chi sta loro vicino. È l’elemento fondamentale per una società in cui debba prevalere il senso civico e il buonsenso.

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