Adesione riequilibrio, non basta apertura centrodestra: manca il numero legale

 
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Gela.  E’ più che probabile una nuova votazione in seconda convocazione anche per l’adesione al piano di riequilibrio. Alla seduta odierna, convocata d’urgenza dal presidente del consiglio comunale Salvatore Sammito, è mancato il numero legale proprio al momento del voto. Sette favorevoli e tre astenuti non sono bastati a superare la soglia minima. La seduta è stata aggiornata ad un’ora. Pare che non ci saranno comunque le condizioni per esitare la proposta di adesione. Se ne dovrebbe riparlare domani mattina, con una seduta in seconda convocazione e una quota di voto più bassa. Oggi, non è bastata una certa apertura dall’opposizione, con la presenza al momento del voto sia del leghista Emanuele Alabiso sia del cuffariano Vincenzo Cascino, entrambi astenuti. Tra le fila dei pro-Greco qualche defezione c’è stata e con i numeri assai risicati ogni assenza può diventare un peso. Per ragioni lavorative, non ha potuto esserci un esponente di “Una Buona Idea”. In aula ha comunque partecipato al voto l’altro consigliere del movimento Rosario Faraci. All’appello mancava anche un componente dell’Mpa.

Ad inizio seduta, l’assessore al bilancio Mariangela Faraci ha illustrato la proposta di adesione al piano di riequilibrio, considerata strada obbligatoria per evitare il dissesto. Il segretario generale Carolina Ferro, su richiesta del consigliere Faraci, ha sottolineato che è in corso l’attività sul rendiconto 2022 e che si faranno sforzi ulteriori per il bilancio di previsione 2023-2025. “I riaccertamenti attivi e passivi per il 2022 – ha detto il segretario – sono stati consegnati dai due terzi dei settori. Prevediamo di completare entro fine luglio”. I numeri in aula però al momento “congelano” la proposta di adesione, in attesa probabilmente della seduta di domani, quando i pro-Greco e qualche “responsabile” dovrebbero in ogni caso far passare l’atto. In aula, quasi del tutto assente il centrodestra e alla votazione non hanno partecipato i progressisti.

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