“Altro che fannulloni!…ai poliambulatori dipendenti oberati di lavoro”, il sindacato risponde a Pagano

 
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Gela. “Non ci sono lavoratori imboscati nelle strutture sanitarie gelesi. Chi opera presso i Poliambulatori di via Parioli è semplicemente oberato di lavoro a causa di una cattiva gestione della sanità che favorisce i presidi a nord del territorio nisseno.

Il sindacato replica a Pagano. Nutro seri dubbi che l’onorevole Pagano abbia un quadro chiaro della sanità”. Con queste parole, Salvatore Russello, replica alle accuse mosse dal deputato di Area popolare, Alessandro Pagano, a seguito del blitz in ospedale effettuato dal sindaco Messinese e da quattro consiglieri, secondo il quale le inefficienze del nosocomio di via Palazzi, evidenziate dal sindaco Domenico Messinese “sono dovute soprattutto alla responsabilità di quei dipendenti che pur percependo signori stipendi, alla faccia di chi è disoccupato, non si presenta al lavoro magari con coperture di compiacenti certificati della Legge 104, o di inesistenti malattie certificate in modo compiacente o addirittura uscendo dalle strutture ospedaliere senza timbratura”. Intanto, ieri mattina, una delegazione del direttivo locale della Cisl, rappresentata da Russello, Angelo Ietro e Mariagrazia Fasciana, ha incontrato a Palazzo di Città il primo cittadino per avviare un percorso indispensabile a rivendicare entro il 20 settembre (termine ultimo per definire la rete ospedaliera e la pianta organica dell’ospedale), i diritti negati alla sanità locale. “Abbiamo evidenziato al sindaco la necessità di confermare le strutture indicate nella rete ospedaliera e mai realizzate – aggiunge Russello – L’Utin (Unità terapia intensiva neonatale) da tre anni è nel dimenticatoio nonostante risulta inserita nella pianta della rete ospedaliera. Bisogna incrementare anche l’Oncologia. La medicina territoriale funziona male, non per colpa del personale, come erroneamente indicato da Pagano – conclude il segretario provinciale della Cisl – Basta evidenziare che il distretto sanitario di San Cataldo ha le stesse ore specialistiche del distretto sanitario di Gela ma serve un’utenza di appena 30 mila abitanti contro i 120 mila legati al distretto di Gela, Niscemi, Butera e Mazzarino”.

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