“Anche danni al Palazzo della Cultura”, l’assessore Cassarà contro La Spina

 
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Gela. Non era un blitz di verifica ma un sopralluogo per definire le aree da destinare al “Palazzo della Cultura”. Lo stabile di proprietà del comune che ha ospitato le ripartizioni allo Sport e turismo oltre che all’Istruzione è finito ancora una volta al centro delle polemiche.

Dopo le accuse rivolte a Giuseppe La Spina, promotore del progetto Micos, di avere trasformato in dormitorio un piano della sede di largo San Biagio, adesso si parla di cattivo utilizzo della struttura. Il concio di una finestra dello stabile comunale è stato forato per consentire l’attraversamento di un cavo elettrico di collegamento per l’impianto di climatizzazione. Erano stati ipotizzati e subito smentiti dallo stesso sindaco anche dei lavori strutturali non autorizzati, all’interno dei servizi igienici.
In verità la vicenda del Micos, Mediterranean International centre of studies, che a causa delle polemiche a fine mese lascerà i locali, rischia di essere solo un pretesto per verificare il corretto utilizzo dello storico palazzo. Intanto, l’assessore all’Istruzione, Giovanna Cassarà, replica alle accuse che gli aveva rivolto Giuseppe La Spina, parlando di blitz a sorpresa dei locali di largo San Biagio.
“Stiamo organizzando al primo piano il palazzo della cultura – assicura l’assessore Cassarà – insieme a Nuccio Mulè, presidente dell’Archeoclub d’Italia, che ha ricevuto l’incarico per organizzare l’archivio storico, siamo stati contattati. Voglio ricordare a La Spina che i locali sono comunque di proprietà del comune, pertanto non ho bisogno di inviti particolari per ispezionarli. Nella fattispecie ero stata invitata, insieme a Mulè, direttamente dal sindaco Angelo Fasulo e dalla dirigente del settore, Patrizia Zanone. Abbiamo effettuato un sopralluogo esteso anche al piazzale antistante l’ormai ex chiesetta di San Biagio per promuovere prossimi eventi letterari”.
In effetti, durante quell’ispezione, sarebbero state evidenziate delle anomalie come la presenza di vestiti stesi dalle finestre del palazzo della cultura, al secondo piano, e un foro sul concio di una finestra.

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