Aree dismesse ex Asi, M5s: “Per Gela e Termini Imerese vendita a prezzi ribassati”

 
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Gela. “La possibilità per le imprese di poter acquistare terreni e immobili dismessi delle ex Asi regionali è una buona occasione per la rinascita dei plessi industriali ma la Regione ricordi che nelle aree di crisi complessa come Gela e Termini Imerese il prezzo di vendita deve essere più basso del 50 per cento. Non vorremmo che l’assessore omettesse di applicare una norma da noi modificata in tal senso nel 2021 all’Ars”. A dichiararlo sono la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante e il deputato regionale M5S Luigi Sunseri, a proposito dell’annunciata messa in vendita di terreni e immobili nelle aree ex Asi in liquidazione della Regione Siciliana. I deputati nello specifico ricordano all’assessore Edy Tamajo di dover applicare l’articolo 9 della legge regionale 33 del 2021 che modifica l’articolo 16 della legge regionale 8 del 2012 e che corrisponde ad un emendamento pentastellato. In questo modo, si potrebbe concretizzare il dimezzamento del prezzo di mercato degli immobili ex Asi ricadenti nelle aree di crisi complessa. Quello dei prezzi alle stelle per l’acquisto di aree nella zona ex Asi è uno dei tanti nodi mai veramente sciolti in un processo di sviluppo di nuovi investimenti che non a caso fa fatica a vedere la luce.

“Queste aree – spiegano Damante e Sunseri – sono quelle ad aver subito i maggiori contraccolpi derivanti da crisi industriali di livello nazionale. Per questa ragione proprio nel 2021 presentammo un emendamento che favorisce la vendita degli immobili dismessi in quei territori ad un prezzo inferiore del 50 per cento. Abbiamo appena inviato una nota all’assessore alle attività produttive per ricordarglielo in maniera ufficiale. Non vorremmo che l’assessore se ne dimenticasse”. Un altro quesito senza vere risposte rimane quello dell’area Nord2 dell’ex Asi, di fatto inutilizzabile nonostante rientri nella Zes. Non si è mai proceduto con le necessarie compensazioni ambientali e prevedere nuovi insediamenti rischia di creare infrazioni, anche alle disposizioni dell’Ue.

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