Auto rubate e rivendute, condannati padre e figlia: ci sono anche due assoluzioni

 
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Gela. Auto rubate e rivendute, vetture assemblate con componenti privi di numeri di serie e matricole.

I controlli sulle auto. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni, ha emesso due condanne nei confronti di Crocifisso e Graziella Romano, padre e figlia, tra i responsabili di un’officina meccanica locale. Cinque anni e cinque mesi al primo, due anni e otto mesi alla seconda. Assolti, invece, gli altri due imputati, ovvero Carmelo Romano e Roberto Scozzarini. In base alle accuse mosse dai magistrati della procura, che contestavano anche il reato di riciclaggio, diverse auto nella disponibilità dei quattro non sarebbero state di provenienza lecita. Il pubblico ministero Lara Seccacini, al termine della propria requisitoria, ha chiesto condanne ancor più pesanti, sette anni e un mese di reclusione per Crocifisso Romano e quattro anni e un mese per Graziella Romano. I difensori, gli avvocati Giacomo e Maria Elena Ventura, però, hanno contestato le accuse mosse dai magistrati. Gli imputati non sarebbero stati al centro di un giro illecito di auto e componenti meccanici. Si sarebbero occupati, invece, solo di effettuare interventi di riparazione, legati all’attività avviata. E’ stato invece l’avvocato Riccardo Balsamo a sostenere le ragioni di Roberto Scozzarini che, stando alle accuse, avrebbe permesso modifiche ad almeno una vettura custodita nel deposito da lui gestito. Per il legale, infatti, lo stesso Scozzarini non sarebbe mai stato a conoscenza di quanto stava accadendo. Alla fine, comunque, il collegio ha fatto emergere l’intervenuta prescrizione. Assolto infine Carmelo Romano, difeso sempre dagli avvocati Giacomo e Maria Elena Ventura. Come sostenuto dai difensori, e ribadito dal pm, non si è raggiunta alcuna certezza rispetto ad un possibile coinvolgimento nell’intera vicenda.

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