D’Arma: “L’agricoltura muore non per i furti d’acqua ma per colpa del Consorzio”

 
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Gela. Troppi furti nelle campagne. L’esigenza di una adeguata vigilanza nelle campagne per prevenire e reprimere ogni forma di abuso e contro i furti è stata da sempre una pressante richiesta degli agricoltori insieme a Cia e Upa.

I sindacati però chiariscono come non siano i reati criminali a determinare i problemi dell’acqua. Viene contestata la gestione del Consorzio di bonifica. “Si vuole far fuorviare – scrive Totò D’Arma – dalla preoccupante realtà e pericolose incertezze non solo per gli agricoltori ma per l’intera collettività. Nel contesto delle iniziative volte a far fronte unico nel confronto con il Governo Regionale per affrontare le precarietà e disfunzioni nell’organizzazione e nella gestione del servizio di competenza del Consorzio”. Per D’Arma è scontata la necessità della vigilanza nelle campagne tant’è che nell’ultimo incontro dell’11 settembre si è chiesto la riduzione del costo orario dell’acqua aumentata inopinatamente del 40 % circa, elevato cioè da 11 a 15 euro; La riattivazione della commissione consultiva, formata dagli agricoltori; I bilanci degli ultimi due anni. A fronte di una forza lavoro di circa 150 addetti, tra diretti, indiretti e precari , di evitare di chiudere il servizio di irrigazione alle 11 di mattina, di evitare di comandare 3 lavoratori per un unico servizio al fine di utilizzare una sola vettura, si registra maggiore aggravio e disfunzione anzichè risparmio; di evitare a fronte di 5 addetti presso il servizio richieste , che solo uno sia quello operativo ed altre questioni che attengono al miglioramento del servizio irriguo.

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