Dopo due anni rientra in fabbrica ma il caso indotto Eni non è chiuso

 
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Gela. E’ uno fra i più anziani di tutti gli operai dell’indotto Eni rimasti fuori dalla fabbrica dopo la “morte” di alcune delle aziende che operavano proprio per conto della multinazionale.

Dopo circa due anni di proteste, però, Rocco Farruggia è riuscito a rientrare in fabbrica attraverso un contratto firmato con l’azienda metalmeccanica Tucam. L’operaio, così, riattraversa i tornelli della fabbrica di contrada Piana del Signore anche se solo a tempo determinato. I
l contratto appena firmato, infatti, gli consentirà di lavorare almeno fino al prossimo dicembre. Nonostante le difficoltà attraversate da diverse aziende impegnate nell’indotto dello stabilimento, la sua vertenza, almeno per ora, segna un passo favorevole.
Proprio Farruggia,insieme a tanti altri operai dell’indotto rimasti senza occupazione, aveva chiesto a gran voce il rispetto dei parametri familiari e d’anzianità per il riassorbimento in fabbrica.
La sua vicenda, però, rischia di rimanere isolata se non dovessero sbloccarsi le trattative che riguardano almeno un centinaio di lavoratori fuori dal ciclo produttivo. Negli ultimi giorni, si sono aggiunti anche i dipendenti della Smim.

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