Dopo tanto blu si spengono i riflettori sull’autismo? “C’è ancora tanta vergogna”

 
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Cosa ha accomunato il 2 aprile l’Empire State Building di New York alla Chiesa Madre di Gela?

La circostanza che entrambi, come numerosi altri luoghi simbolo di altrettante città del mondo, si sono illuminati di blu per celebrare la “Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’autismo” promossa nel 2007 dall’Onu ma per la prima volta quest’anno commemorata anche a Gela grazie all’impegno profuso dalle associazioni “Oltre il muro” e “Labirinto di carta” che con il patrocinio del Comune hanno dato vita ad una serie di eventi culturali e ricreativi al fine di sensibilizzare la cittadinanza al sostegno delle persone autistiche e delle loro famiglie.

Non a caso è proprio il blu il colore prescelto dall’Onu per simboleggiare questa giornata: se da una parte esso evoca tranquillità e fiducia, di cui i bambini autistici hanno fondamentale bisogno per condurre una vita quanto più serena possibile, dall’altra il blu, richiamando il cielo e il mare, diventa simbolo di libertà, unendo idealmente tutti i popoli della terra a realizzare eventi di solidarietà e di divulgazione di tale disturbo neuro-psichiatrico, sempre più diffuso in tutto il mondo.

L’autismo rientra nella categoria clinica dei disordini pervasivi dello sviluppo.

Se ne sconoscono tuttora le cause scatenanti divise tra genetiche, neurobiologiche e psicoambientali: vengono però ormai definitivamente bandite le ipotesi in auge nella vecchia psicoanalisi che ricollegavano la patologia a un rapporto inadeguato con la madre così come quelle più recenti che, in modo del tutto arbitrario, facevano un parallelismo tra vaccinazioni e autismo.

Non esistono farmaci o diete capaci di combattere tale disturbo ma una diagnosi precoce può aiutare gli autistici a vivere una vita “autonoma”, anche se coadiuvata.

Il percorso educativo- terapeutico congeniale allo scopo prevede il coinvolgimento di vari attori nella qualità di agenzie educative operanti sul territorio: ecco perché la tavola rotonda organizzata al Teatro Eschilo di Gela la mattina del 2 aprile ha visto opportunamente l’intervento di rappresentanti del mondo della scuola, della famiglia, della sanità, dell’associazionismo in materia, dello sport e delle istituzioni religiose stante che ogni luogo può essere occasione di coinvolgimento e inclusione dei bambini autistici.

E’ emersa la necessità che gli stessi seguano dei percorsi educativi individualizzati capaci di esaltare le loro attitudini nella prospettiva di sollecitare una proficua interazione con gli altri anche perché molto spesso essi possiedono delle straordinarie capacità di calcolo matematico, sensibilità musicale e artistica in genere nonché un’eccezionale memoria audio visiva, così come ci insegna la pellicola Rain Man in cui l’attore Hoffman, grazie alle sue capacità di calcolo, regala grosse vincite al fratello normodotato.

Non a caso l’avv. Giacomo Ventura -con la maestria che lo contraddistingue – ha aperto i lavori della tavola rotonda auspicando l’applicazione nelle scuole della direttiva ministeriale BES (bisogni educativi individualizzati) che prevede strumenti di intervento diretti a colori i quali non hanno diritto alle agevolazioni della legge n. 104/1992 perché l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit: esiste quindi una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata e tra questi sicuramente un’attenzione particolare è rivolta agli alunni autistici.

Si sono quindi succeduti nel dibattito vari dirigenti scolastici sensibili all’argomento posto che la scuola è il luogo principe, insieme alla famiglia, deputato all’educazione dei minori. Non sono da trascurare, poi, gli interventi “emozionati” di alcuni genitori, i primi capaci di individuare un problema in capo ai loro figli. E’ stato anche registrato l’intervento di Don Fausciana come rappresentante delle istituzioni religiose che ha sottolineato l’efficacia del percorso di comunicazione fatto coi bambini autistici al fine di permettere loro di ricevere i sacramenti comprendendone il significato; il contributo di Salvatore Bernardo è servito, invece, a dimostrare l’importanza dello sport, specie di gruppo, nel favorire l’inclusione in società dei bambini autistici, grazie al linguaggio simbolico che lo contraddistingue.

I vari interventi sono stati intervallati dalle proiezioni di video realizzati dalle scuole e aventi come protagonisti proprio gli alunni –abili e diversamente abili- ai fini di sensibilizzare gli stessi e le loro famiglie sul tema dell’autismo.

I video nonché gli interventi in sala hanno posto l’accento sull’arricchimento e sulla gioia che questi bambini “speciali” sono capaci di donare alle esistenze di coloro che, a vario titolo, entrano in contatto con loro.

Ciò che è emerso, con altrettanta prepotenza, è che al di là di tante belle parole profuse durante questa giornata dedicata al tema e durante tutta la settimana in cui nei social si sono succeduti, a ritmo incalzante, video e foto di soggetti tinti di blu, la realtà è ben diversa e dipinge ancora il forte isolamento in cui versano le famiglie con bimbi autistici senza voler puntare l’attenzione sulla vergogna di molti genitori che accettano con grande difficoltà la disabilità dei loro figli a causa di una società sempre pronta a giudicare le minorità.

Peraltro molti dirigenti scolastici sembrano ancora restii ad abbandonare la struttura e la rigidità dei programmi ministeriali classici in favore di una duttilità di strumenti didattici che guardi anche alle esigenze dei diversamente abili.

E’ proprio animata dallo scopo di diffondere un metodo psicologico-clinico riconosciuto efficace nella gestione del disturbo e nella riduzione delle sue conseguenze funzionali – il cosiddetto metodo ABA (Applied behavior analysis) – è nata l’associazione “Labirinto di carta” per volontà dei coniugi Caccamo, genitori del piccolo Tommaso, affetto da autismo e indiscusso protagonista di questa giornata gelese.

Ad illustrare l’importanza del metodo è intervenuta dall’Inghileterra, in collegamento skipe, la psicoterapeuta Espinosa, da tempo studiosa della patologia e formatrice di psicologi che credono nell’efficacia di tale strumento per migliorare le condizioni di vita degli autistici.

La problematica emersa è che il servizio sanitario nazionale ad oggi riconosce, in termini economici, solo la terapia psicomotoria ma la stessa si è rivelata pressocchè inutile al miglioramento delle condizioni di vita degli autistici: ciò significa che anche tra i bimbi autistici ci sono attualmente quelli più fortunati perché hanno genitori in grado di supportare economicamente terapie alternative ed efficaci e bimbi meno fortunati perché nati in famiglie meno abbienti.

Si auspica che in un futuro prossimo venga colmata tale disfunzione al fine di regalare una possibilità di sostegno psico-educativo adeguato a tutti i bambini bisognosi dello stesso.

Al convegno, a portare il saluto e la solidarietà delle istituzioni, sono intervenuti l’assessore Catania che ha sottolineato come l’amministrazione comunale è sempre pronta a sostenere iniziative che partono dal basso ma che hanno forte valore etico e sociale e il sindaco Messinese, all’uopo vestito di blu, a significare il faro da tenere sempre acceso su questo importante tema.

La giornata di commemorazione è proseguita nel pomeriggio davanti alla Chiesa Madre ove vi è stata la premiazione dei video realizzati dalle scuole e proiettati durante la tavola rotonda che ha visto vincitore quello – davvero toccante – realizzato dalla scuola “Quasimodo” con la partecipazione dei compagni di classe di Tommaso e dello stesso Tommaso.

Per l’occasione si sono esibiti in acrobazie aeree con funi ed elastici lungo le pareti della Cattedrale, direttamente da “Italia’s got talent”, gli “Eventi verticali” con uno spettacolo davvero suggestivo e fiabesco quasi a voler simboleggiare che i bimbi autistici sono Angeli caduti dal cielo o come un’antica credenza suggerisce, figli delle Fate.

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