Due milioni delle compensazioni per rilanciare il territorio, dubbi sulla relazione Nomisma

 
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Gela. Inizia tra i dubbi la due giorni di presentazione della relazione di Nomisma sulla valorizzazione del territorio gelese voluta dall’amministrazione comunale e finanziata da Eni.

Sul banco delle accuse la gestione di 2 milioni di euro dei complessivi 32, relativi alle opere di compensazione calcolati per la riconversione della fabbrica del colosso energetico che invece del petrolio dovrà raffinare olio di palma e, successivamente, oli esausti, per realizzare bio-carburanti. Lo studio affidato al Norisma di Bologna si basa sul rilancio a breve termine dell’economia locale puntando su cinque diversi ambiti individuati tra il sociale, agro-alimentare, turismo, agricoltura e riqualificazione urbana.

“Saranno presentati due diversi progetti – assicura Tonino Collura, responsabile dell’ufficio comunale di intercettazione dei bandi europei”. I due progetti riguardano la casa albergo di Macchitella, già interessata da un investimento di circa un milione di euro da prelevare dalle somme di compensazione, e l’istituzione di una fondazione di comunità. Proprio su questo punto non ci vede chiaro la commissione consiliare Affari generali che con il suo presidente, il consigliere Carmelo Casano (Articolo 1), ha chiesto chiarezza “su chi gestirà le somme di compensazione della Raffineria, la modalità sulla nomina di un presidente della fondazione e – incalza Casano – il ruolo del Comune chiamato a dirottare un milione di euro a supporto di quanto progettato dal centro bolognese”.

“Se l’amministrazione non sarà chiara – tuona Casano – saranno solamente le solite porcate”.

Prova a gettare acqua sul fuoco Simone Siciliano, vice sindaco e assessore dello Sviluppo economico, che ha ottenuto l’immediato placet dello zio Rocco Siciliano, anch’egli presente alla presentazione di Nomisma nella saletta della pinacoteca di viale Mediterraneo. “Il milione che metterà a disposizione il Comune – assicura Siciliano – è della città. Il presidente non percepirà un compenso economico. A garanzia di un progetto efficace all’impiego delle somme di compensazione bisognerà firmare in tre: Regione, Eni e Comune. Sicuramente non ci saranno cariche politiche e la fondazione funzionerà come una partecipata”.

Sono perplessi anche i rappresentanti delle “solite” associazioni che operano in città. Segno, quest’ultimo, che la presentazione della relazione di Nomisma non è apparsa chiara a molti.

A detta dei due rappresentanti di Nomisma, Giulio Santagata (consigliere delegato) e Luigi Scarola (responsabile economia territoriale), “lo statuto deve essere tracciabile da un punto di vista giuridico-amministrativo e consentire a tutti di fare parte della fondazione in qualsiasi momento”.

La decisione di istituire un comitato promotore sembra l’unica, per il momento, ad avere messo tutti d’accordo. “Ci vuole un soggetto e una sede – sostiene Santagata – che coinvolga l’amministrazione comunale”.

Il presidente del consiglio, Alessandra Ascia, non ha nascosto le sue preoccupazioni tanto da ammettere “la nostra società non è pronta alla realizzazione di queste fondazioni”, proponendo un incontro con fondazioni siciliane che operano nell’isola. “Siamo in una prima fase – conclude Alessandra Ascia – Non metteremo bocca, sarà una cosa autonoma”.

Intanto, oggi, Nomisma sarà chiamata ad illustrare i due progetti possibili per il rilancio in breve tempo dell’economia gelese.

“Abbiamo incontrato le associazioni del volontariato e del terzo settore – ammette Santagata – per parlare di uno degli otto-dieci progetti che sono derivati dall’attività che abbiamo svolto per conto di Eni e dell’amministrazione comunale sullo sviluppo possibile di Gela. Parlavamo dell’idea di dare vita a una fondazione di comunità. Ovvero, di uno strumento che riesca a coordinare e rafforzare il ricco tessuto di associazionismo presente a Gela. L’idea della fondazione sta in piedi solo se condivisa dalla maggior parte degli associati. Non è un’iniziativa fatta dall’amministrazione che può solo finanziarla nella prima parte. Non abbiamo pensato ad un progetto perché non può esistere un progetto unico. Per ognuno degli ambiti individuati abbiamo un’idea. Sono tutti piccoli progetti. La fondazione dovrebbe avere un suo capitale che noi stimiamo in un milione derivanti dalle somme di compensazione. Ci sono molte esperienze che stanno funzionando e Gela ha un tessuto che potrebbe portare avanti questo progetto”. 

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