Fabbrica Eni, ispezioni magistratura su serbatoi: Tuccio decide cassa integrazione

 
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Gela. L’ispezione avviata dai tecnici della procura sui serbatoi della fabbrica Eni prosegue: un ulteriore approfondimento è stato recentemente deciso.

Per questa ragione, i controlli dovrebbero protrarsi per altri mesi. Ispezioni legate alla volontà dei magistrati della procura di approfondire tutte le procedure applicate nell’area dei controlli. Al centro dell’interesse, in ogni caso, sembrano soprattutto rimanere i doppi fondi destinati a proteggere le falde sottostanti da eventuali sversamenti.
Per queste ragioni, i lavori di manutenzione avviati dall’azienda Eurotec sono andati incontro ad un inevitabile rallentamento. Così, il responsabile del gruppo Angelo Tuccio ha deciso di far scattare la cassa integrazione per trenta dipendenti impegnati proprio nel settore dei serbatoi.
“Si tratta di provvedimenti – spiega l’imprenditore – che non fanno mai piacere. E’ anche giusto, però, che la magistratura svolga i controlli necessari ad accertare la regolarità di tutti i sistemi. Al momento, la mole di lavoro che la mia azienda si trova a sostenere in fabbrica si è ridotta. Così, ho dovuto applicare, concordandola con i sindacati, questa misura”. Attualmente, tre serbatoi si apprestano ad essere restituiti dopo le analisi condotte dagli operatori incaricati dalla procura: per altri due, invece, i temi sembrano più lunghi.
“Dalla direzione della raffineria – spiega ancora Tuccio – ci hanno fatto sapere che gli altri serbatoi sui quali saremmo dovuti intervenire tarderanno ad essere messi a nostra disposizione per le attività di manutenzione. Stando così le cose, ho scelto una soluzione che non danneggi eccessivamente gli interessi della mia azienda e, allo stesso tempo, quello dei dipendenti interessati dalla cassa integrazione”.
L’opzione di aprire le procedure di cassa integrazione, in ogni caso, è già stata comunicata ai sindacalisti del settore che, in questo modo, hanno avuto la possibilità di prenderne atto insieme ai lavoratori interessati. Le prime ispezioni su alcuni dei serbatoi finiti nel mirino della magistratura hanno preso il via lo scorso novembre: altre, invece, sono già state programmate per i prossimi mesi.
Si tratta, in ogni caso, di attività che non influiranno sul riavvio delle due linee di produzione attualmente ferme. “I dirigenti Eni – conclude Tuccio – ci hanno assicurato che, al massimo per maggio, riprenderà la piena produzione”.

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