Faida dei “tabutari”, confiscati beni a Calì: Sei appartamenti sotto chiave

 
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Caltanissetta. Una confisca il cui valore supera quota due milioni di euro: ad ordinarla, i magistrati della sezione misure di prevenzione del tribunale di Caltanissetta su richiesta della procura.

I sigilli sono scattati per il patrimonio accumulato, nel corso degli anni, dal sessantunenne Diego Calì, uno dei principali operatori del settore pompe funebri a San Cataldo.
A gennaio, i giudici della corte d’appello di Caltanissetta lo hanno condannato a vent’anni di reclusione: è stato riconosciuto responsabile di aver ordinato l’omicidio del cugino Salvatore Calì, freddato nel dicembre di cinque anni fa.
Ci sarebbe stato il suo volere, inoltre, dietro il tentato omicidio del nipote Stefano Mosca, a sua volta attivo nel settore delle onoranze funebri.
A Calì e ai familiari sono stati confiscati sei appartamenti, quattro ancora in costruzione, nove proprietà terriere, sei magazzini, una barca, conti corrente e società impegnate nello stesso settore delle onoranze funebri.
Stando agli investigatori, Calì, con l’obiettivo di eliminare qualsiasi forma di concorrenza a San Cataldo, si sarebbe affidato al gruppo di fuoco comandato da Cosimo Di Forte, recentemente arrestato dopo una breve fuga nel tentativo di far perdere le proprie tracce. Sotto questo profilo, non avrebbe avuto remore nel colpire i diretti parenti.

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