Familiare positivo trasferita al pronto soccorso, attese di giorni per tamponi: da Eni 42mila mascherine

 
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Gela. I numeri dei contagi da Covid in città non aumentano e in base ai dati Asp rimangono otto i positivi. I dati, però, potrebbero variare, già nelle prossime ore. Una donna, pare familiare di un paziente positivo ricoverato al “Vittorio Emanuele”, è stata trasferita al pronto soccorso per sintomi che potrebbero ricondurre al Coronavirus. Era già stata sottoposta a tampone ma attende l’esito da circa dieci giorni. Sono lunghi i tempi per conoscere l’esito e un tecnico di rientro in città, dopo ventitré giorni di quarantena e il tampone effettuato, attende da cinque giorni e non ha neanche avuto la possibilità di rivedere la famiglia. Nel pomeriggio, si è tenuto un confronto tra sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil, i vertici Asp e il prefetto. Sono emersi alcuni dati che fotografano una situazione che va necessariamente migliorata, anche per evitare conseguenze ancora più gravi.

Circa 150 risultati di tamponi effettuati negli ultimi giorni dovrebbero essere comunicati entro quarantotto ore. Eni ha donato 42.500 mascherine all’Asp. I manager hanno annunciato 34 posti Covid al primo piano del “Vittorio Emanuele” e l’avvio di malattie infettive da giovedì. Nessuna struttura alberghiera su tutto il territorio provinciale ha risposto all’avviso per ospitare chi è in quarantena. Ai sindacati è stato riferito che si è provveduto ad ordinare 4 mila test rapidi. “La crisi epidemiologica da Covid che sta colpendo in maniera drammatica il nostro paese, impone la necessità di garantire la massima sicurezza a tutto il personale che opera nei servizi e nelle strutture sanitarie attraverso necessario e rigoroso rispetto del protocollo sugli standard di protezione durante l’attività di servizio – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – c’è l’esigenza prioritaria anche di evitare il più possibile la diffusione del contagio all’esterno dei servizi sanitari ed è necessario un coinvolgimento dei sindaci in modo da adottare delle misure di prevenzione mettendo a disposizione dei lavoratori impegnati nei percorsi Covid 19 strutture alberghiere o altre strutture idonee al fine di evitare spostamenti sul territorio provinciale e assicurare la salute e la sicurezza delle loro famiglie e dei cittadini tutti. Abbiamo chiesto al prefetto Cosima Di Stani e ottenuto un confronto con la direzione strategica dell’Asp per tentare di porre fine a decine di notizie che producono inutili polemiche in un momento che necessita solo di serenità e concretezza”. I numeri forniti da Asp, però, non ricalcano una situazione quotidiana, che purtroppo è fatta ancora di ritardi e attese estenuanti, mentre il rischio si aggrava.

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