I clan nei subappalti per uno svincolo stradale, Pesarini denunciò: “Volevano imporre le loro imprese”

 
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Gela. I clan avrebbero voluto controllare i subappalti nei cantieri per la realizzazione di uno svincolo stradale, nella zona compresa tra Tenutella e Desusino. Le imposizioni sarebbero state recapitate all’imprenditore gelese Roberto Pesarini, che ormai dieci anni fa denunciò tutto, rivolgendosi ai poliziotti della squadra mobile di Caltanissetta. A processo sono finiti il riesino Massimiliano Sortino e l’agrigentino Mario Gattuso. Devono rispondere alle accuse davanti al collegio penale del tribunale di Gela, presieduto dal giudice Miriam D’Amore. Un’indagine condotta dai pm della Dda nissena. L’appalto venne assegnato dalla Provincia di Caltanissetta e l’azienda aggiudicataria si appoggiò a Pesarini per i lavori di movimento terra. “L’imprenditore – ha spiegato uno dei poliziotti della mobile rispondendo alle domande del pm Matteo Campagnaro – ci riferì che Sortino gli aveva presentato una serie di preventivi per la fornitura di materiali. C’erano quelli della sua ditta, dell’impresa di Gattuso e di un’altra società. Prima, il fratello dell’imprenditore era stato avvicinato da Maurizio La Rosa che pretese la messa a posto”.

Un giro di presunte richieste estorsive, sull’asse che allora collegava la criminalità gelese con quella dell’entroterra, adesso finito a giudizio. L’imprenditore gelese che denunciò le richieste ricevute è parte civile, rappresentato dall’avvocato Guglielmo Piazza.

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