Gela. “La commissione di indagine sul ciclo dei rifiuti ha prodotto una relazione finale molto coraggiosa. Non ci sono stati condizionamenti politici, dato che abbiamo sottolineato anomalie sia rispetto alla passata amministrazione sia rispetto a quella del sindaco Domenico Messinese”.
“Responsabilità soprattutto dirigenziali”. Il capogruppo del Polo Civico Guido Siragusa, componente della commissione di indagine che per diversi mesi ha valutato atti e documenti legati al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, entra anche nel merito di quanto emerso. “Quando si valuta la questione del servizio di raccolta rifiuti – dice – non ci si può esimere dall’individuare responsabilità che sono, in prevalenza, dirigenziali. E’ vero che l’amministrazione comunale, sia passata che attuale, produce decisioni politiche ma il dirigente non può limitarsi ad eseguire. Se individua anomalie o violazioni delle normative in materia non può richiamarsi solo alle indicazioni politiche. Purtroppo, i dirigenti del municipio hanno le loro responsabilità, legate proprio al ruolo che rivestono”. All’indomani della presentazione dei contenuti inseriti nella relazione finale, è scattato il blitz dei militari della guardia di finanza, pronti a perquisizioni e sequestri di atti e documenti, relativi appunto alla gestione del servizio di raccolta rifiuti. Non c’è una correlazione, almeno fino ad ora, tra quanto accertato dalla commissione di indagine e l’inchiesta avviata dai magistrati della procura, certamente le “acque” si muovono. “Ho notato che anche dalla Regione stanno giungendo richieste di approfondimento – continua Siragusa – mi pare, però, che proprio la Regione sia la causa della troppa confusione che regna in questo delicato settore. Prima gli Ato, poi i commissari, adesso le Srr e un nuovo commissario. Fossi nei funzionari regionali e, soprattutto, nel governo siciliano, riterrei più opportuno valutare i tanti errori commessi”. In ogni caso, proprio Siragusa si rivolge alla giunta del sindaco Domenico Messinese. “Ci vuole una totale rigenerazione del settore ambiente, cambiando ruoli e, soprattutto, sostituendo quei dirigenti che hanno dimostrato di essere piuttosto legati alle sole decisioni politiche – conclude – solo in questo modo si potranno dare risposte. Va bene la nomina di un direttore dell’esecuzione del contratto ma non si può continuare a gestire questo servizio produce solo ed esclusivamente debiti fuori bilancio”.
