Il perché di un fallimento e i lillipuziani del sentimento

 
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Ora mi tocca, quasi quasi, difendere l’avvocato Angelo Fasulo.

Da chi? Da chi, fino a ieri, non ha avuto remore nello scagliarglisi contro tempestandolo, tra l’altro, di epiteti innominabili. Abbiamo assistito alla faida tutta interna alla Sinistra; per mesi si è parlato di talebani, di cricca e di anti-cricca. Insomma, per mesi, si sono svergognati a vicenda. Oggi, gli stessi, ci vengono a dire che, in fondo, il brutto anatroccolo aveva già cominciato ad assumere qualche connotazione da cigno e che, con questa nuova alleanza, questo anatroccolo potrebbe diventare definitivamente un bellissimo cigno. Ci hanno fatto sapere che Fasulo ha anche fatto qualche cosa d’importante, omettendo però di dire di quali cose importanti si tratti e per quale decreto divino si dovrebbe ridare fiducia ad una Sinistra che di sinistra ha solo il senso del tragico e del disastro. Hanno litigato per mesi solo per accaparrarsi ciascuno un posto al sole, dicendo peste e corna l’uno dell’altro. Alla fine, il collante più persuasivo, cioè il potere, li ha rimessi insieme e tutti i mal di pancia sono di colpo miracolosamente scomparsi. Senza poi contare i voltafaccia di quanti avevano messo su delle vere e proprie crociate contro l’amministrazione uscente; evidentemente, non solo San Paolo è stato folgorato sulla via di Damasco. Insomma, la Sinistra non si è fatta scrupolo di reclutare qualunque pistolero disponibile per assaltare la diligenza. Si tratta, spesso, di gente che magari parla di progetti nella convinzione di poterne ricavare cospicui utili personali. In questo modo costoro riempiono le loro vite, essendo lontani da loro anni luce la poesia, la bellezza, il senso dell’eterno, lo sgomento dell’infinito, il senso del bene comune. Gente che magari avrà avuto difficoltà a finire di leggere un libro, che sia uno, sempre che ne abbia mai aperto uno. Povere vite ingessate dal calcolo e dall’utile, come se dall’ingordigia dovesse venire la loro salvezza spirituale-esistenziale, come se dall’ingordigia dovesse venire la ricchezza dei minuti, delle ore, dei giorni. Insomma, gente sempre pronta a cogliere le opportunità che il potere spesso permette.

Anche il Pd ha designato i tre assessori presentandoli alla città. E qui nulla di strano se non fosse che due su tre non sono di Gela. Evidentemente si tratta di persone degnissime, ritenendo il Pd impresentabili personaggi locali. In questo modo il Pd ha pensato di dare una mano di trucco alla propria immagine. Ora, ben vengano le notti bianche che costituiscono, pur sempre, importanti momenti di aggregazione sociale nonché di crescita economico-culturale. Ma anche tanti cittadini sono stati costretti, e lo sono tuttora, a fare le notti bianche per reperire un po’ di acqua dai loro rubinetti, non di rado rimasti a secco per settimane. In considerazione di ciò che abbiamo detto sinora, perché allora meravigliarsi della contestazione, pur non giustificabile, che hanno subìto i maggiorenti della sinistra locale e regionale? Ho letto il programma che cinque anni fa Fasulo ha presentato alla città. Neanche un mago provvisto di bacchetta magica avrebbe potuto realizzarne la metà. Uno che è stato per cinque anni nella compagine di Sinistra ha ammesso che l’amministrazione Fasulo ha realizzato, sì e no, il dieci per cento del programma. Se così è, la Sinistra ha turlupinato un’intera città con promesse che sapeva non avrebbe mai potuto mantenere. Non sono così ingenuo da non capire e comprendere che un programma elettorale, perché possa accendere la passione dei cittadini, va integrato con illusioni. Ma, nel caso del programma di Fasulo di cinque anni fa, il nocciolo duro si è rivelato nient’altro che un pacchetto di illusioni. Un pubblico ministero incaricato di giudicare l’operato dell’amministrazione uscente, li accuserebbe di inefficienza, di incompetenza, di millantato credito. Insomma, ci avevano promesso una “Gela città possibile” e ci hanno restituito il fallimento di un’utopica, fantasiosa iperbole. Perché allora meravigliarsi della contestazione, pur non giustificabile, che hanno subìto i maggiorenti della sinistra locale e regionale? Cinque anni fa ci hanno illustrato il profilo del candidato Angelo Fasulo, definendolo profondo conoscitore e sensibile per le problematiche legate al mondo del lavoro, dell’economia del sociale, dell’ambiente, della mobilità e della difesa di beni comuni come l’acqua e l’igiene pubblica. Dopo cinque anni di governo targato Pd i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ci hanno detto pure che, nonostante le enormi ricchezze e le incomparabili risorse umane, storiche, naturali, culturali, sociali, imprenditoriali, era palese il malessere diffuso che attanagliava la nostra città la quale stava vivendo, sempre a detta loro, un periodo di crisi a tutti i livelli, che non aveva punti di riferimento. Stavano ammettendo, neanche poi tanto implicitamente, che nei precedenti quindici anni la sinistra aveva portato ad un quasi disastro la città. Ci hanno anche detto che, in primo luogo, avrebbero eliminato gli sprechi, con un puntuale e qualificato contenimento dei costi del bilancio, per liberare risorse per poter incidere sullo sviluppo della città, essendo il Comune volano per la crescita economica, sociale e culturale. Di tutto ciò chi ha mai avuto sentore? Perché allora meravigliarsi della contestazione, pur non giustificabile, che hanno subìto i maggiorenti della sinistra locale e regionale? A meno che, e sarebbe ora che si facesse chiarezza una volta per tutte, Fasulo non abbia trovato un buco significativo nei conti del Comune che gli ha impedito manovre più agevoli e di più ampio respiro. In questo caso, avrebbe dovuto denunciarlo al momento del suo insediamento nella carica di sindaco e, di conseguenza, ridimensionare il suo programma. La gente avrebbe sicuramente compreso. Ma con quale conseguenze politiche? E’ inutile dire che ci si augura che i conti del Comune siano a posto e che il nuovo sindaco, qualunque esso sia, non debba trovarsi nella condizione di non poter onorare, almeno in buona parte, gli impegni presi con la città.

Rosario di Natale

MESSAGGIO POLITICO ELETTORALE 

 

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