Il sequestro dei beni, “Collodoro non accettò i soldi che volevamo regalargli”: parla l’uomo di fiducia di un imprenditore

 
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Gela. “Carmelo Collodoro rifiutò il regalo, in denaro, che gli volevamo fare”. In aula, davanti ai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta, è stato sentito uno dei collaboratori

di un imprenditore edile della città.

Il sequestro dei beni. La difesa di Collodoro, sostenuta dall’avvocato Grazio Ferrara, ha scelto di chiamarlo a testimoniare in aula proprio per sottolineare come il cinquantaquattrenne, nei mesi scorsi destinatario di un provvedimento di sequestro beni, per un ammontare di circa ottocentomila euro, non abbia più alcun collegamento con le organizzazioni criminali della città. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, invece Collodoro sarebbe ancora vicino ai clan e i beni sequestrati rientrerebbero in un giro di proventi illeciti. Una ricostruzione subito esclusa dalla difesa dell’uomo. Non a caso, sono stati chiamati a testimoniare diversi imprenditori locali, con l’obiettivo di verificare se abbiano mai ricevuto eventuali richieste estorsive, fate recapitare dal cinquantaquattrenne. Un provvedimento, quello del sequestro dei beni eseguito dai carabinieri del Ros, esteso ai familiari di Collodoro, che sono invece rappresentati dagli avvocati Giuseppe Condorrelli, Paolo Testa e Boris Pastorello.

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