Il vescovo Gisana ancora ai presidi, prosegue la protesta dell’indotto Eni: da domani nuove azioni

 
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Gela. La protesta e i presidi, seppur allentati rispetto ai giorni precedenti, proseguono anche durante la domenica. Gisana al presidio sulla 117 bis. E’ scoccato il tredicesimo giorno della mobilitazione portata avanti dagli operai dell’indotto Eni contro l’attuale stallo dei lavori in fabbrica e il rischio di uscire definitivamente dal processo produttivo del gruppo. Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina Rosario Gisana è arrivato al presidio allestito lungo la statale 117 bis Gela-Catania, nei pressi del centro direzionale Enimed. Il prelato, ancora una volta, ha confermato tutto il proprio sostegno rispetto alla vertenza portata avanti dagli operai e dalle organizzazioni sindacali. Un colloquio, peraltro inatteso, che si è protratto per circa un’ora. Gisana, in più occasioni, non ha mancato di appoggiare la mobilitazione davanti al rischio concreto che decine di famiglie possano rimanere senza alcun tipo di sostegno economico. Il vescovo ha avuto modo di confrontarsi non solo con gli operai presenti ma anche con i segretari confederali della triplice che, insieme agli stessi lavoratori, stanno cercando di definire i prossimi passi di una vertenza da tutti ritenuta lunga e complessa da dipanare.

La protesta arriva in città. Domani sera, intanto, è prevista la riunione del consiglio comunale che dovrebbe contribuire a fare chiarezza non solo intorno all’incontro della scorsa settimana tenutosi al Ministero dello sviluppo economico ma anche rispetto alle intenzioni della giunta comunale davanti alla mobilitazione degli operai. Lavoratori e sindacati, almeno per i prossimi giorni, starebbero pensando di portare la loro protesta all’interno del perimetro urbano e davanti a sedi istituzionali. Intanto, non è da escludere che i presidi agli accessi di siti produttivi Eni, ad iniziare da raffineria e dal centro direzionale Enimed, possano allentarsi per consentire l’accesso ad operatori e impiegati. In questo modo, si mira a stemperare una tensione che negli scorsi giorni avrebbe potuto causare uno scontro non troppo velato tra operai dell’indotto in protesta e dipendenti Eni ed Enimed.

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