“Iscrivermi al Pd? Orlando dimentica che mi è stato chiesto molte volte”, Giudice: “Partito svuotato”

 
0
Il consigliere Paola Giudice e l'esponente "Rinnova" Alessandra Ascia

Gela. Nel versante politico del centrosinistra locale, non sarà semplice rimettere insieme tutti i pezzi, soprattutto sulla scia dell’enorme tensione maturata per il voto sull’Unione dei Comuni e dei tanti punti interrogativi generati dalle dimissioni del segretario dem Guido Siragusa. Sicuramente, non c’è alcun cenno di avvicinamento tra l’indipendente Paola Giudice, consigliere dell’intergruppo “Unità progressista”, e i democratici dello zoccolo duro. Giudice guarda alle dimissioni di Siragusa come all’ultimo chilometro di una crisi conclamata da anni. Il consigliere ritorna sul tema e non accetta affatto l’invito del dem Gaetano Orlando, che le ha suggerito, sarcasticamente, di iscriversi al Pd. “Comprendo il nervosismo del Pd per la mancanza di autorevoli riferimenti locali e ho umana compassione di fronte alla distruzione che hanno creato e in cui perseverano e al baratro dal quale non sanno uscire perché incapaci di un cambio di passo. Ma voglio comunque rispondere con serietà alle infantili provocazioni messe in campo nei miei confronti”, dice l’indipendente. Giudice ammette invece che negli ultimi tempi ha ricevuto richieste per aderire al Partito democratico. “Mi invitano provocatoriamente ad iscrivermi al Pd per avere diritto di parola? Fino a poche settimane fa non erano così ironici quando alla presenza del consigliere Orlando, che adesso fa finta di avere dimenticato, sono stata invitata più e più volte ad aderire al loro partito, invito che ho prontamente e sempre rifiutato perché, al contrario di altri, posso vantarmi della mia coerenza, della mia storia personale sempre a sinistra, sempre dalla stessa parte anche in consiglio comunale – aggiunge – sono stata eletta da indipendente di sinistra in una lista civica. Tale sono rimasta per tutto il mio mandato elettorale, coerente ai miei valori e a quelli del mio elettorato. Difficile comprendere questa coerenza da parte di chi ha svenduto il proprio partito, nascondendo perfino il simbolo come se si vergognassero, a favore di un’alleanza con Forza Italia e con le destre pur di raggiungere uno strapuntino di potere”. Lo sprofondo dem, per il consigliere Giudice, è anche una questione di ideali.

“Non ho bisogno della tessera di un partito che è svuotato da sé stesso e per questo diventa una zavorra – conclude Giudice – per essere legittimata a rispondere su una crisi evidente di un Pd che vorrebbe far parte di una coalizione a cui io certamente appartengo per storia e valori, altri non so dati i trascorsi a sostegno di un’amministrazione che tanto criticano ma che gli ha dato il tempo di galleggiare un altro po’”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here