L’assistente sociale presa di mira e le richieste estorsive ai genitori, è affetto da gravi disturbi mentali: cinque mesi ad un giovane

 
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Gela. Cinque mesi, con pena sospesa, a fronte dei cinque anni

di reclusione chiesti dal pubblico ministero Gesualda Perspicace, a conclusione del dibattimento aperto contro un giovane, accusato anche di estorsione ai danni dei genitori.

Lo stato mentale del giovane. Il giudice Miriam D’Amore, alla fine, ha accolto gran parte della linea difensiva, pronunciando la condanna a cinque mesi di reclusione, con pena sospesa. L’imputato è finito a processo con diverse accuse, a cominciare dai danneggiamenti subiti da un’assistente sociale che, per un certo periodo, l’aveva seguito nel suo percorso terapeutico. Dalle perizie è emersa una grave patologia mentale, un disturbo fobico ossessivo, che sarebbe stata la causa scatenate di quanto accaduto. L’unica accusa rimasta in piedi è quella legata ai danneggiamenti subiti dalla donna, compreso il taglio dei pneumatici dell’automobile. L’assistente sociale si è costituita parte civile con l’avvocato Concetta Di Stefano. Altri capi di imputazione, invece, sono risultati prescritti. In aula, il difensore dell’imputato, l’avvocato Flavio Sinatra, ha descritto una realtà familiare gravemente toccata dalla patologia del giovane. “Anche la denuncia sporta nei suoi confronti – ha detto il legale – era piuttosto una richiesta di aiuto e di cure che arrivava dai genitori. Pian piano, stanno ritornando alla normalità”. Il legale, inoltre, ha dato centralità a quanto emerso dagli approfondimenti medici, tutti univoci nel riscontrare la forte incidenza dei disturbi mentali sulla quotidianità del giovane imputato. Nel dispositivo letto in aula, il giudice D’Amore ha riconosciuto il vizio parziale di mente.  

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