La “politica” vuole riprendersi il municipio, Messinese e la sua giunta possono cadere? Le parole non bastano…ci sono i voti?

 
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Gela. “La situazione attuale della città non è più sostenibile, vogliamo riportare la politica in municipio.

Questa giunta non riesce ad amministrare”.

Se la mozione arriva in aula… Lo dice un consigliere comunale del gruppo di centrosinistra che, però, non si è ancora ufficialmente schierato a supporto della mozione di sfiducia. Le dodici firme necessarie a portarla in aula consiliare ci sono, anche se al momento sparse in documenti diversi. Ma quelle firme si possono compattare. I consiglieri comunali del Movimento cinque stelle, di Sicilia Futura, Forza Italia, Articolo Uno, oltre all’indipendente Angela Di Modica, sembrano intenzionati a “sfidare” i loro colleghi in aula. Insomma, chi la vota questa benedetta sfiducia se, dopo Ferragosto, arriverà effettivamente all’assise civica? Come ha commentato il consigliere comunale di centrosinistra, la politica vuole rientrare in municipio, dopo essere stata messa alla porta con la netta sconfitta di due anni fa, firmata dall’allora grillino Domenico Messinese. I partiti, quelli che per decenni hanno retto uffici comunali, posti di sottogoverno, nomine, e dominato tra i banchi del civico consesso, non vogliono più rimanere in secondo piano, soprattutto perché alla guida del municipio non c’è più alcun riferimento. Sviluppo Democratico, il movimento fondato dai fedelissimi del sindaco Domenico Messinese, non è né a destra né a sinistra, non ha particolari caporioni, cerca di imbastire trattative politiche un po’ con tutti ma non trova stabili sponde. Insomma, chi è stato abituato a muoversi in municipio come a casa propria, almeno da un punto di vista di peso politico, non sembra più intenzionato ad accettare una semplice ospitata. Ma veramente la “politica”, quella strutturata da decenni in città, riuscirà a far cadere l’affiatata coppia Messinese-Siciliano? Se la mozione di sfiducia dovesse arrivare subito in aula, certamente il Pd dovrà spiegare le ragioni di un eventuale voto sfavorevole che potrebbe salvare la poltrona di Messinese. I dem hanno potenzialmente sei voti in mano, compreso quello del presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, che in tempi non sospetti firmò i fogli presentati dai grillini che erano in cerca di numeri per la sfiducia al sindaco. In realtà, tanti ritengono invece che il presidente sia piuttosto vicina alla giunta e non solo in una prospettiva di bon ton istituzionale. Ovviamente, davanti ad un ordine di partito non potrà tirarsi indietro, lei come tutti gli altri consiglieri dem. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina darà l’ordine di votare la sfiducia? Oppure, lui e i grandi vecchi del partito locale diranno “aspettiamo”? Le regionali sono praticamente alle porte e, magari, lo stato maggiore del Partito Democratico locale preferisce non inimicarsi eventuali fonti di voti, anche quelle che potrebbero essere garantite dal gruppo di Messinese, che fino ad oggi si è tenuto con le mani libere. I crocettiani sonnecchiano, almeno in consiglio comunale, e tutti pendono dalle labbra del leader, del presidente Rosario Crocetta, già in piena campagna elettorale per Palazzo d’Orleans. I rapporti tra l’ex sindaco e la coppia politica Messinese-Siciliano non hanno mai seguito una linea di tendenza stabile. Ci sono stati alti, ma ci sono stati anche tanti bassi. Dai tagli alla sanità all’Agroverde passando per l’infinito porto rifugio, sono stati tanti i picchi di tensione sull’asse municipio-Palermo. Forse, solo la vicenda Eni e il Patto per la Sicilia hanno permesso a quell’asse di dialogare. Messinese appare molto più disponibile al confronto con il governatore in uscita rispetto al suo vice Simone Siciliano che, invece, con Crocetta sembra proprio non andarci d’accordo. Probabilmente, il vice di Messinese non vuole altre prime donne che siedano allo stesso tavolo. Già basta lui ad alimentare l’egocentrismo politico, in municipio e alle riunioni che si susseguono tra ministeri, uffici regionali e prefetture varie. Crocetta salverà Messinese e la giunta? Potrebbe essere un’opzione, ma aprirebbe ragionamenti molto più ampi, a cominciare dalle stanze di Palazzo di Città.

Non sono abituati ad aspettare. Nel centrodestra, quelli di Musumeci, di Salvini, di Energie per l’Italia ma anche l’area di Un’Altra Gela non sembrano disponibili a votare una mozione di sfiducia sponsorizzata da grillini ed ex dem. Gli unici a voler staccare la spina anticipatamente sembrano solo i forzisti. Salvatore Scerra, Crocifisso Napolitano e l’ex grillina Sara Cavallo, sempre più vicina agli azzurri, sono intenzionati ad una sfiducia take away, subito e senza tanti fronzoli. La mozione i consiglieri di Pino Federico l’hanno firmata e continuano a pomparla. Ovviamente, dovranno confermarla in aula. Pino vigila da Palermo e di quella politica che vorrebbe riprendersi il municipio è credente praticante. Da mesi attacca la giunta e si scaglia contro la “spavalderia” di Messinese e Siciliano. Adesso, deve dare l’ordine di votare in aula. Chi ha governato per decenni la città rivuole il municipio e sente la mancanza delle poltrone, non quelle del consiglio comunale, che comunque non mancano mai, ma soprattutto quelle della giunta, quelle del sindaco e degli assessori. La politica in città è morta ma stare fuori ad attendere non piace a nessuno, soprattutto a chi non è mai stato abituato ad aspettare.      

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