La Torre ai privati e i costi dell’evento dello sbarco, boomerang politico per l’amministrazione

 
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Gela. Sono simboli, tutti da verificare, di un rilancio turistico e di immagine della città, sui quali l’amministrazione comunale, nelle secche della crisi finanziaria, ha concentrato parecchie attenzioni. Mentre gli echi della mozione di sfiducia si sono assopiti, in attesa del “secondo tempo” del 12 giugno, ora il futuro della Torre di Manfria e i costi delle manifestazioni per l’ottantesimo anniversario dello sbarco alleato potrebbero diventare un boomerang politico per il sindaco Lucio Greco e per la sua giunta. Lo storico simbolo della città pare sia destinato a rimanere proprietà privata. Si sarebbe già formalizzato il passaggio dal precedente proprietario ad un imprenditore emiliano. Un’operazione che neutralizzerebbe qualsiasi possibilità di intervento dell’ente comunale. Negli scorsi anni, il sindaco Lucio Greco cercò di avanzare un’operazione volta all’acquisizione da parte del Comune. Si procedette attraverso una sorta di partecipazione popolare, che consentì di mettere insieme poche centinaia di euro. Poi, non se ne seppe più nulla, nonostante l’iniziale volontà di fare “squadra” con l’imprenditoria locale. La Torre di Manfria, salvo ulteriori svolte, rimarrà privata. Se quella nella frazione balneare è da sempre l’immagine da veicolare per riportare in auge un certo turismo locale, l’anniversario dell’ottantesimo dello sbarco alleato dovrebbe essere un primo passo per creare un appuntamento annuale stabile. Anche su questo versante l’avvocato Greco e l’assessore Salvatore Incardona si trovano davanti a polemiche che iniziano a montare, tutte focalizzate sui costi dell’intero evento (che si protrarrebbe almeno fino a settembre) e sulle modalità di scelta dei progetti e degli eventi. La soglia del milione di euro, che dovrebbe essere coperta in gran parte dai fondi delle compensazioni Eni, ad alcuni pare fin troppo azzardata, in un periodo di ristrettezze assolute per l’ente comunale.

L’amministrazione, però, non vuole lasciare a binario morto le somme delle compensazioni destinate al rilancio turistico e culturale. Oltre ai costi, anche gli affidamenti degli eventi, con somme comunque importanti, più di qualche dubbio lo lasciano. La valutazione è stata affidata ad un comitato scientifico, autorizzato dalla stessa amministrazione. Probabilmente, garantire una maggiore concertazione pubblica sarebbe stata la via per evitare i sospetti. In settimana, il primo cittadino e l’assessore sono stati sentiti in audizione dalle commissioni sviluppo economico e turismo. Hanno riferito che quello attuale è un programma di massima, che va ancora approfondito e valutato, anche sul fronte della spesa complessiva. L’unica certezza sembra l’uso delle compensazioni, anche se non si esclude un intervento ulteriore di Eni e del Gal “Valli del Golfo”. Dall’opposizione si lavora alla richiesta di un seduta monotematica del civico consesso, proprio per affrontare pubblicamente il tema.

2 Commenti

  1. la Torre di Manfria come il Castelluccio è bene demaniale il terreno circostante è privato
    anche Totòha venduto la fontana di Trevi

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