Lettera del Papa, “Piccola Casa della Misericordia di Gela è un faro di speranza”

 
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Gela. “Un faro di luce e di speranza nel buio della sofferenza e della rassegnazione, un apprezzato segno di condivisione della Chiesa con i disagi e le fatiche del proprio popolo”. Così il Papa definisce la Piccola Casa della Misericordia di Gela in una lettera scritta al sacerdote della diocesi di Piazza Armerina don Pasqualino Di Dio. La lettera di Papa Francesco è stata letta da Mons. Antonino Rivoli, Vicario Generale della Diocesi di Piazza Armerina, durante la messa dell’undicesimo anniversario di ordinazione sacerdotale dell’attuale Vicario Foraneo della città, cogliendo tutti di sorpresa per l’attenzione che il Santo Padre, ancora una volta, ha avuto verso questo territorio. Parole di esortazione, di sostegno e accompagnamento, che testimoniano il ricordo orante del Pontefice per la Piccola Casa, attiva nel territorio nisseno oramai da diversi anni grazie all’instancabile ausilio dei propri volontari e grazie all’attenzione del vescovo Mons. Rosario Gisana e alla generosità di tanti privati. Sono varie oggi le opere svolte gratuitamente dal Centro e dalla Cooperativa Sociale “Raphael”: la mensa, il poliambulatorio medico, il dormitorio, il centro d’ascolto, le consulenze professionali, l’emporio dei vestiti, il servizio di trasporto persone in difficoltà, la mediazione familiare, il recupero scolastico e i laboratori artigianali di cucito, di falegnameria e di ceramica. “Incoraggio te e quanti collaborano ai tuoi progetti di bene – conclude Papa Francesco – a perseverare nella lodevole missione di testimoniare la tenerezza e la misericordia del Padre, offrendo condivisione e solidarietà ai più deboli e sfiduciati”.  

“Ringraziamo il Santo Padre Francesco, – afferma don Pasqualino di Dio – che ci esorta ad andare avanti nella speranza. Questa lettera ufficiale è segno di affetto del Papa e anche di conferma per l’opera che nel silenzio tanti uomini e donne di buona volontà svolgono a servizio dei piccoli del Vangelo. Ringraziamo tutti coloro che ci aiutano, dai volontari ai benefattori, a proseguire in questo sogno d’amore, soprattutto durante questo tempo di confusione e di sofferenza causato in gran parte della pandemia.”

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