Mafia e pizzo, Di Stefano contro i magistrati: carcere per Pardo e Cassarà

 
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Gela. “Una vendetta dei magistrati dopo la mia decisione di uscire dal programma di protezione per i collaboratori di giustizia”. Così, il quarantaseienne Roberto Di Stefano ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta

che lo ha ascoltato a seguito dell’arresto messo a segno dagli agenti della mobile nissena.
Di Stefano, già collaboratore, è accusato di essere ai vertici della famiglia mafiosa dei Rinzivillo. I contrasti con il nipote Davide Pardo, a sua volta finito in manette? Di Stefano, che si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha comunque reso dichiarazioni spontanee, li ha descritti non nell’ottica di avere il predominio sul gruppo criminale quanto, piuttosto, in quella di riottenere un’abitazione di proprietà, utilizzata dall’ex moglie e dai figli. Adesso, saranno i magistrati del riesame a vagliare nuovamente la sua posizione. L’udienza è stata fissata per il 24 luglio.
Respingono le accuse anche il trentatreenne Davide Pardo ed il quarantasettenne Nicolò Cassarà. Il legale di Pardo, l’avvocato Cristina Alfieri, nel corso del giudizio di riesame, ha escluso che il suo assistito abbia mai rivestito un ruolo di primo piano nel gruppo Rinzivillo. In questo senso, ha fatto riferimento alle dichiarazioni rese da molti collaboratori di giustizia. Cassarà, accusato di aver spalleggiato Di Stefano imponendo la messa a posto ad almeno due imprenditori locali, si è difeso richiamando, anche durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi in Puglia dove è stato arrestato, crediti che avrebbe dovuto riscuotere proprio da alcuni imprenditori.
Proprio Cassarà, a sua volta attivo nel settore edile, ha in passato denunciato pressioni ed estorsioni da parte della criminalità organizzata. Si è difeso attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanni Lomonaco. I giudici, però, hanno rigettato la richiesta di revoca della custodia cautelare sia per lo stesso Nicolò Cassarà che per Davide Pardo: rimangono detenuti come Roberto Di Stefano. 

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