Mezzi rubati in cambio dei soldi, il blitz “Cavallo di ritorno”: chieste quattro condanne

 
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Gela. Sono tutti stati coinvolti nell’inchiesta “Cavallo di ritorno”, condotta dai pm della procura e dai poliziotti del commissariato. Ci sarebbero stati loro dietro a molti furti di ciclomotori, spesso restituiti ai proprietari solo dopo il pagamento di somme di denaro. Adesso, arrivano le richieste di condanna. Il pm Eugenia Belmonte ha chiesto sette anni e undici mesi di reclusione per Gaetano Alfieri, cinque anni e quattro mesi per Nicola D’Amico e quattro anni ciascuno a Mirko Dammaggio e Ivan Iapichello. Sono ritenuti tra i più attivi nel sistema dei cavalli di ritorno e per questa ragione il pm ne ha chiesto la condanna davanti al gup del tribunale. Le difese hanno optato per il rito abbreviato Per mesi, i poliziotti li hanno seguiti, riprendendo diverse azioni del gruppo. La base logistica sarebbe stata tra le palazzine dello Iacp di Scavone, dove venivano collocati i mezzi rubati. I difensori escludono l’esistenza di una presunta banda dedita ai furti.

Agli imputati, però, viene contestata anche la rapina ai danni di un giovane, derubato dei biglietti di un concerto. Sarebbe stato colpito al volto con un casco. Negli scorsi mesi altri presunti complici sono stati rinviati a giudizio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Salvo Macrì, Raffaela Nastasi, Ernesto Brivido, Nicoletta Cauchi e Irene Di Dio.

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