“Nella Dc ci sono regole, Federico e Pellegrino fuori dal coro”, Cascino: “Serve responsabilità”

 
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Il consigliere Dc Vincenzo Cascino

Gela. Nel centrodestra che cerca il punto di contatto per accendere la scintilla delle amministrative, l’intesa è stata formalizzata da Forza Italia e Fratelli d’Italia, con i meloniani in lizza per guidare la coalizione in città ed individuare il candidato a sindaco. L’alleanza però non può fare a meno di anime che ormai si rivedono senza se e senza ma in questo percorso. Al tavolo provinciale, ci sono i cuffariani della Dc. Possono essere un fattore negli equilibri interni anche se si trovano a fronteggiare la tendenza ad autodeterminarsi di big elettorali: l’ex parlamentare Ars Pino Federico e il gruppo che lo ha sempre sostenuto, in primis il consigliere comunale Gabriele Pellegrino. “Nella Dc le scelte vengono adottate democraticamente – dice il consigliere comunale Vincenzo Cascino – abbiamo una linea dettata dal segretario provinciale e dal commissario locale. Si discute, ci confrontiamo. Federico? Personalmente, non lo vedo da novembre, quando si tenne il congresso provinciale. Non so cosa vogliano fare lui e il consigliere Pellegrino. Preferisco stare fuori da queste discussioni. Ci sono degli organismi di partito che decideranno e con i quali Federico e i suoi sostenitori potranno rapportarsi. Noi ci muoviamo in una direzione precisa, attraverso il tavolo del centrodestra e l’unità della coalizione”. Già il neo commissario cittadino Giuseppe Licata, commentando le mosse di Federico e Pellegrino, ha fatto capire che rischiano di porsi come corpi estranei. L’ex presidente della Provincia ha avuto incontri con uno dei leader del progetto civico, l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano. Ha spiegato di voler valutare le strategie dei moderati. “Si pone fuori dal coro – spiega ancora Cascino – io la penso così. Non è la Dc che li mette fuori dal partito. Sono loro che ne prendono le distanze, assumendo iniziative che non collimano con la linea del partito. A Federico va dato il merito di aver avuto un importante passato da leader e di aver portato voti alla causa della Dc, alle regionali dello scorso anno. Però, se un tempo era lui stesso il partito. Ora, invece, è in un partito che ha regole precise e una burocrazia interna. Penso farebbe bene a confrontarsi pure con la struttura nazionale e con Cuffaro”. Cascino, a pari dei cuffariani che hanno sostenuto il segretario provinciale Gero Valenza, ribadisce che le distanze da Federico e dai suoi sostenitori sono nette, se non addirittura incolmabili. Il consigliere sta con la prospettiva di un centrodestra unito.

“In questo momento – precisa – sta prevalendo una certa frammentazione. Non ci sono candidati ufficiali a sindaco e gli schieramenti devono definire molti aspetti. La città è evidentemente malata. Servono responsabilità e capacità. C’è bisogno, usando una metafora, di medici che si dedichino alla cura e alla guarigione, così da rilanciarne le ambizioni. Il centrodestra può presentarsi unito ma occorre condivisione sulle scelte. Lo Stato è in debito verso la città. Erano state promesse bonifiche e investimenti ingenti. Tutto questo non si è ancora concretizzato. Dobbiamo concentrarci su questi temi, altrimenti sarà inutile presentarsi agli elettori”. E’ ormai probabile che la storia elettorale della Dc locale si possa sviluppare senza il sostegno di Federico e dei suoi. I dirigenti continuano a lavorare alla lista e sembrano piuttosto ottimisti, in attesa di capire quale ruolo potranno avere nella coalizione di centrodestra, quasi sicuramente a trazione meloniana.

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