“No alle trivelle imposte dallo Stato solo per fare profitti”, Messinese al sit in di protesta: LE FOTO

 
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Gela. “Noi siamo assolutamente contrari alle trivellazioni imposte dallo Stato senza calarsi nei singoli territori. Non si può pensare soltanto a far arricchire le multinazionali del settore”.

Assessori e consiglieri a 5 stelle al sit in. Il sindaco Domenico Messinese ha partecipato al sit in di protesta che il Movimento 5 Stelle e diverse associazioni della sfera ambientalista hanno organizzato su un tratto di spiaggia del lungomare Federico II di Svevia. La fascia tricolore che tante polemiche aveva prodotto negli scorsi giorni era tra le mani del primo cittadino. Un lungo striscione con su scritto “Giù le mani dal nostro mare” è stato trasportato lungo la spiaggia da un gruppo di attivisti. Il sit in di protesta ha trovato l’appoggio dei pescatori che, dalle loro barche, hanno innestato il suono delle sirene.
Molti attivisti chiedevano la presenza della giunta comunale, intanto impegnata nella trattativa sul caso Eni e sullo sblocco d’investimenti in città che, per la gran parte, riguardano proprio programmi d’esplorazione e trivellazione in mare. Così, sul lungomare, in ordine sparso, si sono visti l’assessore Pietro Lorefice, il collega Nuccio Di Paola, Francesco Salinitro e il neo assessore Fabrizio Morello. All’appello mancavano Simone Siciliano e Ketty Damante. Gli attivisti, a gran voce, hanno chiesto il fermo totale dei progetti di trivellazione in mare sia sul fronte del petrolio che su quello del gas, nuova “catena d’oro” per le multinazionali del settore. Il gruppo consiliare a cinquestelle con Virginia Farruggia, Simone Morgana, Enzio Giudice, Angelo Amato e Sara Cavallo ha affiancato gli assessori presenti, confermando gli impegni assunti con attivisti giunti da altri province siciliane e dalla Puglia. “Questi progetti di trivellazione in mare – ha precisato lo stesso Morgana – non sempre garantiscono riscontro da un punto di vista occupazionale. La città merita di andare oltre il ciclo industriale che, purtroppo, ha dimostrato tutti i suoi limiti. Di certo, la flessione della fabbrica Eni non è stata causata dai cinquestelle”.

Si continua a trattare sugli investimenti Eni. Intanto, entro il 15 settembre, data fissata per la definizione di un complessivo accordo di programma da presentare sui tavoli del ministero dello sviluppo economico, si continuerà a lavorare nel tentativo di sbloccare non solo il protocollo dello scorso novembre ma anche il decreto per l’area di crisi complessa. “Non stiamo prendendo neanche un giorno di ferie – ha detto negli scorsi giorni l’assessore Simone Siciliano – proprio per questo motivo. Non possiamo perdere ancora altri posti di lavoro”. In ballo, c’è un investimento, calcolato da Eni, da oltre 2 miliardi di euro non solo per la riconversione green della raffineria di contrada Piana del Signore ma soprattutto per progetti d’esplorazione e trivellazione in mare. Su tutti, la costruzione della nuova piattaforma Prezioso K.

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