Non l’ha accoltellato? Le motivazioni dopo la scarcerazione di un giovane accusato di tentato omicidio

 
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Gela. Troppo contradditorie le dichiarazioni rilasciate, anche davanti agli investigatori, dal giovane accoltellato nella zona del quartiere Baracche. Non ci sono certezze sull’identità dell’accoltellatore. Per questa ragione, non ci sarebbero riscontri certi sul fatto che ad infliggere i fendenti sia stato il romeno ventitreenne Dinga Mihairemus. Sono queste, soprattutto, le motivazioni messe in luce dai giudici del riesame di Caltanissetta che un mese fa hanno disposto l’annullamento dell’ordinanza d’arresto emessa nei confronti del ventitreenne, accusato del tentato omicidio di un suo connazionale. Le motivazioni sono state depositate negli scorsi giorni. L’arrestato venne scarcerato e lasciò la casa circondariale di Balate. Diverse coltellate venero inferte ad un giovane romeno, al culmine di un’accesa discussione. In questo modo, i giudici del riesame hanno accolto quanto sostenuto dal legale di fiducia dell’indagato, l’avvocato Marco Granvillano. Stando alla difesa, la vittima avrebbe descritto il presunto aggressore con fattezze fisiche del tutto differenti a quelle di Mihairemus. Addirittura, anche l’altezza del presunto accoltellatore non corrisponderebbe a quella del giovane indagato. Dopo l’annullamento dell’ordinanza, proseguono le indagini da parte dei magistrati della procura. Dinga Mihairemus, già davanti al gip, aveva fermamente negato l’accusa di tentato omicidio. Ha ribadito di essersi recato nel quartiere Baracche, insieme ai familiari, solo per un chiarimento rispetto ai maltrattamenti che sarebbero stati subiti dalla sorella, uscita da un turbolento rapporto sentimentale con un altro giovane romeno. In base alla sua versione, sarebbe stato minacciato mentre veniva picchiato il padre e, così, avrebbe lasciato quella zona.

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