Passa il rendiconto 2016 ma fanno paura i tagli: Messinese, “tra trasferimenti e minori royalties perdiamo circa 10 milioni di euro”

 
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Morello boccia la linea Greco su "Ciliegino"

Gela. Le casse del Comune, come più volte ribadito dal sindaco e dai suoi assessori, non godono certamente di ottima salute.

 

Debiti e trasferimenti ridotti. La massa debitoria che l’amministrazione comunale si è trovata a sostenere è di certo una delle voci più difficili da affrontare. Intanto, la giunta, negli scorsi giorni, ha dato via libera al rendiconto 2016, successivo all’approvazione, da parte del consiglio comunale, del bilancio di previsione 2016, risalente allo scorso ottobre. In base a quanto si legge nelle conclusioni, accolte dal sindaco Domenico Messinese e dai suoi assessori, “l’ente non si trova in stato di deficitarietà strutturale”. Sul fronte dei numeri, però, non mancano le difficoltà. “Purtroppo – spiega il sindaco Domenico Messinese – ci troviamo ad affrontare una situazione finanziaria resa difficile sia dal taglio netto dei trasferimenti governativi sia da quello delle royalties versate da Eni. Rispetto al passato, parliamo di qualcosa come circa dieci milioni di euro in meno”.

No allo scioglimento dei Comuni. Tutti fattori che non agevolano le casse del municipio, senza considerare le vicende degli espropri, compresi quelli per il palazzo di giustizia e per i cantieri del polo fotovoltaico Agroverde, in realtà mai veramente partiti. Intanto, proprio l’amministrazione comunale ha scelto di contestare quanto deciso dalla Regione con una legge dello scorso marzo, che prevede, con effetto retroattivo, l’immediata decadenza di sindaci e giunte nel caso di mancata approvazione del bilancio di previsione. L’assessore Fabrizio Morello si è recato a Palermo per un incontro organizzato dai referenti regionali dell’Anci all’Ars. “Fortunatamente, il Tar ha stoppato questa norma su ricorso presentato dal sindaco di San Piero Patti – dice – che sarebbe dovuta decadere proprio a seguito della mancata approvazione del bilancio. E’ una norma senza senso, soprattutto perché costituisce una sorta di ricatto, con effetto retroattivo, per migliaia di enti comunali. Come si fa a programmare le voci di un bilancio comunale se già la Regione tarda a definire i propri?”.

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