Perseguitava il suo ex fidanzato, condannata giovane parruchiera

 
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Gela. Non ha accettato la fine della sua storia d’amore. Ha cercato di opporsi alla volontà del suo ex fidanzato che nel frattempo aveva già un’altra compagna.

Il giudice del tribunale, Vittorio Stilo, ha condannato per stalking una donna (M. S. le sue iniziali) di 28 anni.

E’ stato accertato il reato di molestia telefonica anche se durante il periodo delle persecuzioni il giovane imprenditore edile, Emanuele Caiola, ha continuato ad essere vittima anche di danneggiamenti alle autovetture che utilizzava. Compresa la Fiat Punto della sua impresa.

“Ho trovato il cofano anteriore del mio Mitsubishi Pajero – commenta Emanuele Caiola – graffiato. Con un chiodo qualcuno ha scolpito la scritta “sei bono”, ricalcando le sette lettere più volte. In verità, oltre alla mia auto personale, in quel periodo infernale, ho subito il danneggiamento all’utilitaria delle mia ditta e alla stessa Audi A4 di mio cognato”.

A smascherare la storia di stalking è stato l’avvocato Vincenza Attardi, incaricata dall’imprenditore edile esausto ed incapace di fermare le persecuzioni della sua ex compagna con la quale aveva condiviso una relazione per tre anni.

La donna avrebbe inscenato anche un improvviso malore in uno dei luoghi di ritrovo della città, davanti lo sguardo impotente della sua vittima. Non sarebbero mancati i pedinamenti nei locali frequentati abitualmente da Emanuele Caiola. Ad incastrare definitivamente la donna sono state le continue telefonate persecutorie, andate avanti consecutivamente per sei mesi ed intercettate dagli agenti del locale commissariato di polizia. Il telefonino squillava nella notte ininterrottamente. Anche ogni tre minuti tra messaggi e telefonate.

La stalker che dovrà risarcire i danni da quantificare in sede civile, ha pagato un’ammenda di 150 euro e sostenuto le spese processuali oltre a ulteriori 750 euro.    

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