Reperti archeologici nello studio della sua abitazione, le accuse ad un imprenditore: i finanzieri, “un valore di almeno 90 mila euro”

 
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Gela. Una verifica fiscale, estesa anche alla sua abitazione. Nell’appartamento, però, i finanzieri trovarono diversi reperti archeologici, che sarebbero stati detenuti senza alcuna autorizzazione.


I controlli nell’abitazione. Così, un imprenditore locale è finito a processo. Le accuse vengono mosse ad uno dei soci di un’azienda impegnata nel settore della vendita di automobili. I controlli furono effettuati proprio nell’appartamento, con i reperti scoperti nello studio dell’uomo. “In base alle perizie effettuate – hanno detto i finanzieri sentiti in aula – alcuni pezzi risultarono delle semplici repliche e vennero restituiti. Altri, invece, vennero datati e trasferiti al museo locale. Il valore stimato era di almeno novantamila euro”. I finanzieri che parteciparono alle attività sono stati sentiti in aula, davanti al giudice Ersilia Guzzetta. Hanno risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace e a quelle dei difensori, gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi. I finanzieri, in ogni caso, hanno ribadito di non aver partecipato alla fase di verifica sui reperti sequestrati nell’abitazione. Gli accertamenti sarebbero stati svolti, invece, dagli esperti della soprintendenza. Intanto, in aula si tornerà a fine ottobre.

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