Sfiducia, sindaco e giunta attendono l’aula: l’accelerata inattesa e il finale tutto da scrivere

 
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Il sindaco Greco e gli assessori Morselli, Incardona e Liardi

Gela. Il sindaco Lucio Greco e i suoi assessori aspettano l’esito della seduta consiliare di domani. La mozione di sfiducia che sembrava depotenziata è tornata invece in auge e se il centrodestra sarà compatto potrebbe passare, con un numero di sì più che sufficiente a chiudere in anticipo l’esperienza amministrativa dell’avvocato. Greco, probabilmente fino a domani, non rilascerà commenti pubblici sulla vicenda sfiducia. Sicuramente, è convinto di aver fatto tutto quello che era possibile per impedire il dissesto, compresa l’approvazione del rendiconto, in attesa del parere dei revisori. Il centrodestra e i “responsabili” potrebbero far calare il sipario. Se dal centrodestra il sindaco e i suoi non si aspettano “clemenza”, un discorso diverso vale per i “responsabili”. La loro accelerata verso la sfiducia sembra aver sorpreso l’avvocato e gli assessori. Progressisti, dem e i civici di “Una Buona Idea”, infatti, nell’ultima fase della crisi finanziaria dell’ente comunale hanno assicurato la tenuta dell’aula consiliare e l’approvazione di atti strategici. Ora, invece, ritengono che senza gli strumenti finanziari e i correttivi non si possa più dare un supporto, che politicamente sarebbe poco giustificabile. Nessuno vuole passare per salvatore della patria, nell’interesse del primo cittadino. La scelta della “responsabilità” è stata assunta per la città ma a condizione che l’amministrazione sbloccasse tutti gli adempimenti sugli atti finanziari e i correttivi. Anche un rendiconto con un disavanzo così pesante non è certo un buon viatico per proseguire.

La seduta di domani, che salvo clamorosi sviluppi si terrà, potrebbe essere l’ultimo capitolo di quattro anni di amministrazione segnati da emergenze costanti, l’ultima delle quali ha messo in discussione le basi finanziarie del municipio, con un disavanzo da quasi novantasei milioni di euro. Greco e gli assessori, con un organigramma comunale ai minimi e poche risorse, hanno cercato di non cedere fino alla fine, per rispondere alle richieste della Corte dei Conti. Una “tempesta finanziaria” che il primo cittadino ha posto come conseguenza di gestioni amministrative del passato. L’avvocato, al momento, ha sempre scartato l’opzione delle dimissioni ma una sfiducia in aula consiliare continua a considerarla immeritata e non consona alla crisi in atto. Se domani dovessero esserci i numeri per approvare la mozione, nulla sembra da escludere neanche un epilogo differente nel corso della stessa seduta. La sfiducia aprirebbe una fase commissariale ma sempre con l’urgenza degli atti finanziari e con il grosso punto interrogativo del dissesto che potrebbe incidere su capitoli ancora tutti da decifrare, a partire dai finanziamenti.

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