Spari a Scavone, l’accusa di tentato omicidio: chiesto termine, riti alternativi per imputati

 
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Gela. La richiesta di termini a difesa ha caratterizzato la prima udienza del giudizio legato al tentato omicidio di Scavone. Vennero esplosi colpi di arma da fuoco a danno del quarantunenne Antonio Fabio Argenti, con diversi precedenti penali alle spalle. Questa mattina, proprio il legale che lo rappresenta, l’avvocato Rocco Cutini, ha avanzato richiesta per un termine. Si tornerà in aula a fine gennaio. La contestazione di tentato omicidio viene mossa al cinquantanovenne Luigi La Cognata e al quarantenne Calogero Pirrone. I fatti si verificarono tra le palazzine popolari della zona, dove vivono gli imputati. Argenti, al culmine di presunti contrasti, sarebbe stato bloccato da Pirrone mentre La Cognata, a sua volta con precedenti penali, avrebbe sparato. I pm della Dda di Caltanissetta ritengono che la vicenda sia da collegare anche ad ambiti criminali. Viene sostenuta l’aggravante mafiosa per La Cognata e Pirrone (rappresentati dal legale Angelo Cafà). Argenti, nonostante il ferimento, è accusato di favoreggiamento. Non avrebbe dato indicazioni ai carabinieri e ai pm, secondo gli inquirenti cercando di coprire gli altri imputati. 

Il ferito arrivò all’ospedale “Vittorio Emanuele” e venne sottoposto ad intervento chirurgico. Furono esplosi quattro colpi di pistola. Secondo i pm dell’antimafia, l’intenzione era di uccidere. Argenti comunque non riportò conseguenze gravi. L’indagine è stata condotta dai carabinieri che effettuarono le prime verifiche, nell’immediatezza dei fatti. La difesa degli imputati, ritenuti responsabili di tentato omicidio, ha preannunciato l’accesso a riti alternativi. E’ probabile che una scelta analoga verrà formalizzata anche per la posizione di Argenti.

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