Spari a Zai, accusa di tentato omicidio: difesa Canotto chiede ancora misura diversa dal carcere

 
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Gela. Una richiesta formale, volta ad ottenere una misura diversa dalla detenzione in carcere, di recente non è stata accolta dal collegio penale del tribunale e anche la procura ha espresso parere contrario. La difesa del ventenne Kevin Canotto, attualmente a processo con l’accusa di tentato omicidio, ha avanzato riesame, attraverso un appello cautelare. Il legale del giovane, l’avvocato Davide Limoncello, ha ribadito che non ci sarebbero più i presupposti per la detenzione in carcere. Canotto ha ammesso i fatti e nel corso del dibattimento ha spiegato di aver sparato contro un’abitazione di contrada Zai, non per uccidere ma per intimorire la famiglia della sua ex fidanzata. Per la procura e per i carabinieri che condussero l’indagine, il giovane invece avrebbe avuto l’obiettivo di uccidere. La cugina dell’ex, presente in quel momento, non sarebbe stata colpita solo per una casualità, dato che un proiettile le passò a poca distanza. Secondo la difesa, sarebbero ormai superate le ragioni che indussero a disporre la detenzione del giovane. La procura, come è stato riferito in aula nel corso del giudizio, ritiene alto il rischio che Canotto possa armarsi. La pistola utilizzata per sparare contro l’abitazione non è mai stata ritrovata. Il giovane ha riferito che l’avrebbe acquistata da un cittadino romeno, che spacciava nella zona della stazione ferroviaria, e di averla persa mentre fuggiva da contrada Zai.

Nella sua azione ha anche ferito due cani. Gli vengono inoltre contestati lo stalking, le lesioni, il possesso dell’arma e appunto il ferimento dei cani. Le richieste delle parti, nel giudizio in corso davanti al collegio penale del tribunale, sono previste per il prossimo marzo.

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