Una discarica di amianto all’isola 32 dello stabilimento Eni, cinque a processo: raffineria sarà responsabile civile

 
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Gela. A giudizio, come responsabile civile, ci sarà anche la società Raffineria di Gela, escluso invece il gruppo Eni. La decisione è stata formulata dal giudice Lirio Conti. La discarica di amianto. Davanti al magistrato, a processo, ci sono manager e tecnici della multinazionale. Si tratta di Bernardo Casa, Rosario Orlando, Aurelio Faraci, Biagio Genna e Arturo Anania. Le accuse mosse dai magistrati della procura sono legate ad una vasta discarica di amianto, scoperta all’isola 32 della fabbrica di contrada Piana del Signore. In base alle contestazioni, non sarebbero state rispettate tutte le necessarie misure per evitare che le pericolose fibre di amianto si disperdessero in atmosfera, entrando a contatto con gli stessi operai della fabbrica. Gli accertamenti condotti dai militari della capitaneria di porto si focalizzarono sulla vasca 4. La copertura venne ritrovata in cattivo stato, tanto da consentire la fuoriuscita delle fibre, trascinate nelle aree dove più intensa era la presenza degli operai impegnati tra gli impianti dello stabilimento Eni. Prima dell’apertura del dibattimento, inoltre, il giudice ha escluso la costituzione di parte civile di tutti quegli operai, non più in servizio al momento dell’individuazione della discarica. Niente costituzione di parte civile per l’Osservatorio nazionale amianto, il cui comitato territoriale venne costituito comunque in una fase temporale successiva ai fatti. Saranno parti civili, invece, gli operai impegnati in fabbrica proprio in quel periodo e che sarebbero entrati in contatto con le fibre di amianto. Autorizzata la costituzione anche per le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, rappresentate dagli avvocati Joseph Donegani e Antonino Ficarra. Stesso verdetto per Vincenzo D’Agostino,  rappresentato dall’avvocato Giovanni Avila, il Ministero dell’Ambiente, con il legale Giuseppe Laspina , e il Comune, con gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaella Nastasi. Gli operai dell’indotto che hanno denunciato di essere stati esposti all’amianto, invece, sono rappresentati dai legali Lucio Greco, Davide Ancona e Ezio Bonanni. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Gualtiero Cataldo, Pietro Amara, Alessandra Geraci. Il dibattimento, con i primi testimoni chiamati a rispondere alle domande del pm Lara Seccacini, dovrebbe aprirsi all’udienza del prossimo 21 marzo.

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