Vertenza Medi group, Di Stefano: “Priorità agli operai, tavolo per trovare una soluzione”

 
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Gela. Nella vertenza dei lavoratori della Medi group construction la priorità deve andare alla salvaguardia degli operai. L’esponente civico Terenziano Di Stefano richiama quanto sta accadendo in questi giorni, con i dipendenti del gruppo edile che rivendicano lavoro e spettanze arretrate. “Il tema della tutela dei lavoratori e del diritto al lavoro continua purtroppo ad essere al centro del dibattito locale e nazionale e la vicenda drammatica della Medi Group construction rischia di travolgere quasi centocinquanta dipendenti, padri di famiglia. Non c’è tempo da perdere allora, se c’è un tema sul quale la concertazione deve essere prioritaria a solo vantaggio dei lavoratori e delle famiglie è certamente quello del lavoro che si traduce, in politica – dice Di Stefano – nella capacità di trovare soluzioni tempestive che non gettino nella disperazione né i lavoratori né le loro famiglie. I centocinquanta padri di famiglia vantano nei confronti della Medi Group construction spettanze arretrate non ancora liquidate ma vantano altresì, e questo è compito di tutti gli attori aziendali, sindacali e politici, il diritto di trovare una collocazione lavorativa alternativa che, letteralmente, non li lasci in mezzo alla strada come soggetti dei quali non è nostro dovere occuparci. È dovere di tutti, invece, non soltanto assicurare loro che gli vengano liquidate le spettanze pur con tutta la complessità del caso e delle procedure ma è ancor di più dovere di tutti non lasciare che credano che, per loro, nel ciclo produttivo non ci sia più posto. Il dramma di scelte aziendali sbagliate non può essere pagato da chi, per anni, ha presto la propria professionalità per l’azienda. È il solito paradosso nel quale i lavoratori restano schiacciati, abbandonati e dimenticati”.

Di Stefano ricorda che gli investimenti di Eni nel sito locale vanno avanti anche grazie alle autorizzazioni che furono rilasciate dall’assessorato allo sviluppo economico da lui guidato fino a quando non lasciò la giunta. “Lo sforzo fatto allora dall’assessorato allo sviluppo economico, del quale mi sono occupato, per velocizzare il rilascio di autorizzazioni come biojet, degumming e “Argo Cassiopea”, è stato compiuto – continua – soprattutto nell’ottica di potenziare il ciclo produttivo e quindi garantire il tessuto occupazionale così da evitare che centocinquanta, cinquanta o anche un solo lavoratore provasse la sensazione di disperazione di perdere il lavoro e quindi la possibilità di assicurare alla propria famiglia e a sé stesso dignità e serenità”. Per Di Stefano la soluzione alla vertenza la devono trovare istituzioni, sindacati ed Eni. “Si trovi una soluzione alternativa alla disperazione dei lavoratori magari proprio utilizzando le altre aziende che, a mezzo del rilascio di queste autorizzazioni, stano lavorando nell’indotto. Si velocizzi il rilascio di altre autorizzazioni se queste servono per allocare nuovi lavoratori che, peraltro, sono altamente formati ed hanno grande esperienza. Si attivi un tavolo tra sigle sindacali  Comune, Eni e prefetto, perché trovino una soluzione immediata e una collocazione ai centocinquanta lavoratori. La soluzione – dice inoltre – è il lavoro, una collocazione alternativa. Non esiste altra soluzione mediana. La soluzione non è mai l’abbandono del lavoratore, mai la richiesta ad oltranza di attendere perché si concretizzi la soluzione. Non c’è tempo da perdere. Se il tema è la serenità di centocinquanta famiglie, qualsiasi altra cosa deve diventare secondaria”.

1 commento

  1. ..bla, bla, bla….solo parole e per giunta fuori luogo e senza cognizione di causa….adesso tutti a cercare soluzioni che gli “altri” debbono trovare.

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