Agricoltori contro la politica regionale: si le proteste ma a Palermo stanno zitti

 
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Gela. Gli imprenditori del comparto agricolo hanno deciso di incrociare le braccia e promuovere un sit-in di protesta davanti la diga Disueri.

Capeggiati dalle confederazioni Cia, retta da Salvatore d’Arma, e Upa, di Paolo Maganuco, chiedono “il blocco del continuo sversamento di acqua per superare l’emergenza e avere certezze sul futuro delle dighe”. Gli agricoltori puntano l’indice accusatorio sulla classe politica, giudicata poco fattiva.

“Ogni individuo è libero di esprimere le proprie opinioni e le proprie preferenze – spiegano Salvatore D’Arma e Paolo Maganuco – ma rispetto all’obiettivo comune a difesa e per il riscatto dell’agricoltura, l’unità è indispensabile”.

Ieri gli agricoltori hanno organizzato un’assemblea, nei locali dell’ex chiesetta San Biagio. “Constatiamo che tutti copiano e condividono le nostre denunce e i nostri programmi – aggiungono i rappresentanti di Cia e Upa – le nostre richieste. Apprezziamo l’interesse verso un settore che ha bisogno di unità d’intenti, interventi e programmazione.

Al dubbio dell’opportunismo politico collochiamo la certezza di dare continuità alle azioni intraprese dal mondo agricolo. Sono capaci a promuovere riunioni e promettere nuovi impegni mentre si continua a buttare la risorsa idrica della diga Disueri a mare senza soluzione di continuità. In città chiacchierano mentre a Palermo stanno muti”. 

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