Ammanchi nei conti dell’agenzia assicurativa Axa, arrivano due condanne: c’è l’indulto

 
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Gela. Un ammanco complessivo di circa duecentomila euro nei conti della locale agenzia assicurativa Axa, gestita da Massimiliano Puglisi. L’ammanco nei conti. Fu lo stesso titolare a denunciare quanto stava accadendo. Adesso, il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni ed Ersilia Guzzetta, ha disposto le condanne ai danni di Giuseppe Baiunco ed Emanuele Pisano. Erano accusati di aver fatto transitare sui propri conti corrente bancari diverse somme di denaro che in realtà sarebbero state sottratte dai conti dell’agenzia assicurativa. Due anni e otto mesi di reclusione a Baiunco e tre anni ad Emanuele Pisano. Condanne, però, sottoposte ad indulto. Il collegio, infatti, ha applicato quanto previsto da un provvedimento del 2006 che, appunto, condona le condanne emesse nei confronti degli imputati. Dopo la denuncia di Puglisi, costituitosi parte civile nel procedimento con l’avvocato Liliana Bellardita, vennero avviate indagini dai militari della guardia di finanza. In realtà, le anomalie emersero già a seguito degli accertamenti effettuati dagli ispettori della compagnia assicurativa. Dietro alla sottrazione delle somme versate dai clienti, c’erano due collaboratrici dello stesso Puglisi. Per loro le accuse si sono prescritte. Entrambe sono legate da rapporti di parentela con entrambi gli imputati che, appunto, avrebbero preso parte al “giro” di denaro mettendo a disposizione i conti personali. I giudici hanno anche riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni al titolare dell’agenzia Axa oltre ad una provvisionale da sessantamila euro. Il legale di parte civile ha sottolineato proprio il grave danno causato all’agenzia gestita da Puglisi. La difesa degli imputati, sostenuta in aula dall’avvocato Angelo Armenio, ha però contestato la ricostruzione esposta dal pubblico ministero Lara Seccacini. Per il difensore, infatti, le perdite negli incassi dell’agenzia assicurativa sarebbero proseguite anche dopo che le due collaboratrici accusate di aver alleggerito le casse cessarono la collaborazione. Il pm Seccacini aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi per Giuseppe Baiunco e a tre anni e quattro mesi per Emanuele Pisano. 

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