Aveva rubato 20 euro alla nonna, da nove anni recluso in un ospedale psichiatrico

 
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Gela. E’ rinchiuso da nove anni nell’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia perché aveva rubato 20 euro alla nonna e, successivamente, aveva assunto una pasticca di ecstasy.

Non è stato sufficiente nemmeno che la donna ritirasse la denuncia per scagionare il nipote: Antonio La Perna oggi 32enne. “Mio figlio è come se stesse scontando un ergastolo in bianco – sostiene Salvatore, padre di Antonio – Continuano a somministrargli farmaci. E’ costretto a vivere in un manicomio criminale. La sua vita si è spezzata nove anni fa con l’arresto. Ogni sei mesi viene sottoposto ad una visita psichiatrica a Reggio Emilia. Il perito che si sposta da Gela è sempre lo stesso. Non cambia nemmeno l’esito della visita che indica stabili le condizioni di mio figlio. Senza miglioramento non ci sarà mai una scadenza. Nessuno riesce nemmeno a ipotizzare quando potrà concludere la permanenza dentro quell’Opg. La sua vita è rimasta in bilico, come la pena da scontare”.

Antonio La Perna aveva ancora 23 anni quando è stato raggiunto dal provvedimento di arresto. Si era trasferito in Germania, nei pressi di Monaco di Baviera, dove lavorava come pizzaiolo. Poi è finito in carcere. Da nove anni conosce solo una cella d’isolamento del carcere di Secondigliano e, successivamente, le quattro mura dell’Ospedale pschichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. “Vive sotto l’effetto dei medicinali che gli vengono continuamente somministrati – prosegue Salvatore la Perna – Nei pochi momenti di lucidità mi implora a fare qualcosa per lasciare l’Opg. Purtroppo anche l’avvocato di fiducia, Maria Concetta Di Stefano, sembra in difficoltà. Temo che questa struttura non aiuti al reinserimento dei detenuti nella società. Ho il terrore che mio figlio Antonio non avrà mai più una vita”. A completare il dramma di Antonio, la perdita della madre e, nel 2010, anche della sorella. “Ormai da diversi anni seguo questa vicenda – ammette il legale, Maria Concetta Di Stefano – Ho presentato numerose istanze per ottenere una revoca della misura con una detenzione diversa dall’Opg. Purtroppo tutti i giudici parlano di pericolosità mentale evidenziando lo stato psicofisico alterato di Antonio La Perna. Attualmente sono in corso tre procedimenti penali su Gela”. La vicenda, due anni fa, era stata evidenziata anche da Marco Pannella che aveva letto una lettera inviatagli dal genitore di Antonio nel corso di un convegno contro gli Opg voluto dall’associazione Radicale. Secondo le accuse del padre, Antonio sarebbe stato vittima di pestaggio da parte del personale del manicomio criminale. “Il reato di mio figlio ha oltrepassato circa quindici volte la pena scontata – conclude Salvatore la Perna – Per lui non è prevista una fine pena. E’ come se l’avessero dimenticato”. 

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