Blitz “Redivivi”, i presunti capi rimangono in carcere: arriva il rigetto dei ricorsi presentati

 
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Gela. Reggono le accuse mosse dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta nei confronti dei principali indagati dell’inchiesta “Redivivi”.

Respinti i ricorsi di Vincenzo e Nunzio Trubia. Anche in sede di riesame, così, non sono state accolte le richieste di annullamento delle ordinanze arrivate dai legali di fiducia di molti indagati. Viene confermato il carcere per Vincenzo e Nunzio Trubia, difesi dall’avvocato Flavio Sinatra, e per Davide Trubia, rappresentato dal legale Nicoletta Cauchi. Conferme dei provvedimenti firmati dai magistrati nisseni anche per Luigi Rizzari, Luca e Simone Trubia e Serafino Tuccio. Le richieste della difesa, sempre con l’avvocato Sinatra, sono state in parte accolte rispetto alla posizione di Rosario Maichol Trubia: cade l’accusa di associazione per lo spaccio di droga ma rimane in piedi quella per mafia. Il giovane è in carcere.

Per gli inquirenti esiste un clan. Respinto il ricorso presentato anche da Ruggero Biundo, difeso dall’avvocato Annarita Lorefice. I giudici del riesame, negli scorsi giorni, avevano disposto la scarcerazione solo per Francesco Giovane, per il ventiseienne Rosario Trubia e per Pasquale Andrea Trubia, difesi dall’avvocato Nicoletta Cauchi. I domiciliari sono stati concessi a Manuele Rolla, dopo il ricorso presentato dagli avvocati Grazio Ferrara e Valentina Lo Porto. Gli inquirenti ritengono di aver individuato un vero gruppo mafioso organizzato dalla famiglia Trubia e in grado di controllare l’affare della plastica tra le campagne della città e quello della droga.  

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