Cercò di piazzare un assegno rubato, un operaio lascia i domiciliari: ha ottenuto l’indulto

 
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Gela. Lascia gli arresti domiciliari che aveva iniziato a scontare a seguito della condanna per ricettazione.

L’assegno rubato. Al centro dell’intera vicenda, c’è un operaio che, alcuni anni fa, finì sott’accusa dopo aver utilizzato un assegno risultato successivamente rubato. In primo grado, venne condannato a due anni di reclusione. La difesa, però, rappresentata dall’avvocato Davide Limoncello, chiese l’applicazione dell’indulto intanto varato. Una richiesta che non venne accolta. In appello, l’operaio ottenne una sconto di pena: dieci mesi di reclusione. Dopo il verdetto scattarono gli arresti domiciliari. La difesa, però, si è rivolta proprio ai giudici d’appello nisseni chiedendo, in sede d’incidente d’esecuzione, nuovamente l’applicazione dell’indulto. Questa volta, i giudici hanno detto sì, sconfessando le precedenti decisioni. Così, è scattata la revoca dei domiciliari, venendo meno anche la condanna.

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