Coltellate alla compagna e al fratello della donna, confermata la condanna a cinque anni per Giuseppe Scilleri

 
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Gela. La condanna a cinque anni e otto mesi di reclusione per il trentottenne Giuseppe Scilleri è stata confermata dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta.

La richiesta era già arrivata dal procuratore generale Fernando Asaro.

L’arma non venne mai trovata. L’imputato era accusato di essersi scagliato, con una lama, contro la compagna e il fratello della donna. In primo grado, il giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro lo condannò, appunto, a cinque anni e otto mesi di detenzione, a conclusione del giudizio abbreviato. Per i magistrati, ci fu un tentato omicidio. Una ricostruzione, invece, del tutto contestata dalla difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Carmelo Tuccio. Per il legale, infatti, Scilleri si difese dall’aggressione del fratello della sua compagna. La colluttazione scoppiò all’interno di un appartamento del quartiere Borgo. Sul posto, intervennero i carabinieri del reparto territoriale. Scilleri vene fermato, qualche ora dopo, all’interno di un casolare di campagna. Come sottolineato in aula dall’avvocato Carmelo Tuccio, la ricostruzione si baserebbe soltanto sulle dichiarazioni rese dalla compagna di Scilleri, ferita dalla lama. L’arma, inoltre, non è mai stata ritrovata. La difesa ha fatto leva, infine, sulle ferite riportate dalla donna e dal fratello che non avrebbero causato particolari conseguenze. Già in primo grado, la difesa del trentottenne, in quel caso rappresentata dall’avvocato Filippo Spina, sollevò diversi dubbi sulle accuse mosse all’imputato. Anche davanti ai giudici d’appello, la difesa ha chiesto un’eventuale riqualificazione del reato, da tentato omicidio a lesioni. I magistrati nisseni hanno scelto di confermare la condanna e, adesso, la difesa si prepara ad impugnare il verdetto davanti ai giudici romani di cassazione.

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